Questa è la 18° settimana (anche se in realtà ne andrebbero aggiunte un altro paio, pontificate nel corso della trasmissione), siamo al capolinea del reality. La sorpresa, annunciata nella precedente puntata, è che – con un prossimo speciale dedicato alla presentazione delle liste – si chiude la nostra lunga trasmissione. Quasi mi emoziono.
Sull’emozione scherzavo. Ho deciso di spegnere le telecamere, proprio nell’ultimo periodo, per le ragioni concatenate che seguono:
– perché adesso, che sono materia di piazza (finalmente), le indiscrezioni de Gli Insidacabili hanno perso gran parte del loro senso, e del loro tempismo;
– perché – a liste pubblicate – è patetico e ingiusto, a mio avviso, commentare gli scenari e gli umori, quantomeno con lo stile sottilmente battagliero che mi sgorgherebbe naturale;
– perché avrei fin troppe cose da allavancare adesso, ma determinate discussioni (fisiologiche della politica, sigh!) risulterebbero davvero compromettenti per molti, mentre adesso va concessa a tutti la chance dello “sprint finale”;
– e soprattutto, per eccesso di scrupolo e di “onestà intellettuale”.
Mi riservo però un’altra cartuccia: le liste. Questo me lo consentirete, no? Me lo merito, visto che – prima che “andasse di moda” – seguivo già le evoluzioni – fin da novembre – dei nostri scenari poltico-elettorali, rendendo un servizio e forse uno stimolo e rappresentando – fedelmente o no – comunque il quadro che si presentava dinanzi a miei occhi. Ma non fa mistero la mia collocazione, che diventa sempre più difficile da conciliare con l’esposizione delle cose – seppur faceta e alla ricerca chimerica di un’impossibile obiettività: mi ritiro in buon ordine; ecco lo scrupolo.
Ma – lo prometto solennemente – mi dedicherò ugualmente a raccogliere tutto il saliente di questi giorni, e di sputtanarlo con reboante libertà a urne chiuse. Redigerò un puntatone post elezione da urlo, e – non so se contestualmente o con un’ulteriore puntata – si assegneranno anche gli ambitissimi premi. Se qualcuno non mi saluterà, poi, sarà lui il fesso.
Detto questo, il titolo del post – pardon – si presta anche ad un’altra lettura, pertanto due righe traditional le faccio.
Si distingue il profumo della brezza marina di questi tempi, vero? E’ noto della Vicari che verrebbe su da noi – secondo alcuni “ammuttata” dai cefalutani verso il colle Ypsigro – ma è altrettanto noto cosa ciò comprometta nel gioco delle 5 poltrone locali? Quanta gente, per ora, che bussa alla porta di quel Buonuomo di un Sandro… Poi ne parliamo va’. E’ la linea del capo, baby, e così deve essere per forza di cose. Anche a ddra banna: la fortuna di Mario è che non gli è rimasto nessuno cu cu sciarriarisi… (tranne se riuscisse nell’impresa di perdere anche i giovani sinistri unitari, ma non sembra umanamente possibile). Si mormora persino di un incontro tra Nuccione e Marione, un colloquio disteso, un chiarimento tardivo ma sereno, che – oramai – non può produrre effetti.
Ci salutiamo allo speciale liste: l’ultimo canto del cigno.
ps: un abbraccio di sogno a Lucio, con la tristezza che non riesco ad evitare, e con la gratitudine che è doverosa verso chi sa insegnarti le sfumature minuziose dell’intelligenza umana, anche soltanto attraverso lo stile.