[Hercole.it] Confiscati i beni immobili, mobili, aziende commerciali e disponibilit? finanziarie di Angelo Prisinzano, per un importo complessivo stimabile in oltre 2,2 milioni di euro. A disporlo il Tribunale di Palermo ? Sezione misure di prevenzione.
I beni confiscati sono: 4 aziende commerciali e il relativo complesso dei beni; 6 beni immobili tra terreni e appartamenti; 11 beni mobili registrati, tra auto, motocicli, camion, rimorchi e mezzi agricoli; conti correnti, dossier titoli e polizze vita. Per un importo complessivo stimabile in oltre 2,2 milioni di euro.
Angelo Prisinzano ? stato raggiunto da ordinanza di custodia cautelare in carcere il 2.02.2005 da parte del Gip del Tribunale di Palermo per aver fatto parte, unitamente ad altre persone tra cui Bernardo Provenzano, Antonino Giuffr?, Domenico Virga e Rodolfo Virga, dell?associazione mafiosa Cosa Nostra, al fine di commettere delitti contro la vita, l?incolumit? individuale, la libert? personale, il patrimonio, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attivit? economiche, di concessioni, di autorizzazioni, di appalti e servizi pubblici, per realizzare profitti e vantaggi ingiusti per s? e gli altri, per intervenire sulle istituzioni e la pubblica amministrazione.
In particolare, Prisinzano risulta aver messo a disposizione dell?organizzazione criminale, e segnatamente, dei capi mafia di Polizzi Generosa (Pa), Antonio Maranto e Saverio Maranto, la sua attivit? imprenditoriale nel settore dei trasporti, fornendo automezzi destinati a consentire agli stessi Maranto e a Cosa Nostra, di attuare il controllo ed il condizionamento mafioso delle attivit? economiche sul territorio, nel settore delle forniture e del trasporto di materiali inerti.
L?appartenenza del Prisinzano a Cosa Nostra, ed in particolare, la vicinanza dello stesso ai rappresentanti del mandamento di San Mauro Castelverde (PA), operante nel territorio delle Madonie, ? stata desunta anche dalle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Antonino Giuffr?, il quale lo ha indicato come imprenditore vicino ai Maranto ed appartenenti alla famiglia mafiosa di Palermo – Brancaccio. Angelo Prisinzano inizia la sua attivit? imprenditoriale nel 1980, a soli 23 anni, con la costituzione di una ditta individuale di autotrasporti con sede in Castelbuono (Pa), con venti dipendenti.
Nel corso degli anni, ha accresciuto notevolmente la propria capacit? imprenditoriale, intrattenendo frequenti rapporti, soprattutto di ordine economico-affaristico, con importanti esponenti del mandamento di San Mauro di Castelverde (PA).
La ditta individuale, gi? dopo brevissimo tempo, poteva contare su un considerevole patrimonio, che le permetteva di attraversare indenne qualsiasi periodo di crisi economica nel settore dei trasporti e nel mondo imprenditoriale siciliano in genere, e porsi attualmente come una delle imprese di autotrasporti pi? significative della provincia di Palermo, con interessi commerciali anche a livello internazionale.
Dalle indagini ? emerso che il Prisinzano per la gestione della sua impresa di autotrasporti non disdegnava il ricorso anche a metodologie classiche tipiche della consorteria mafiosa di cui egli ? a pieno titolo partecipe utilizzando picciotti per porre in essere azioni tanto violente ? incendi o danneggiamenti di mezzi appartenenti ad altri imprenditori ? quanto persuasive e dimostrative.
?Braccio armato? di Prisinzano era il suo impiegato con mansioni di autista Giovanni Durante (tratto in arresto il 2 giugno 2003 in flagranza del delitto di detenzione al fine di spaccio di cocaina e, per tale fatto, condannato alla pena di anni 10 di reclusione).
Sono emersi, inoltre, rapporti con esponenti della famiglia mafiosa di Collesano (Pa) ricadente nel medesimo mandamento di San Mauro Castelverde (Pa) e retta da Samuele Schittino, al quale veniva contestato, unitamente ad altri soggetti quali Antonino Macaluso e Salvatore Vento, di avere illegalmente detenuto, ed in diverse occasioni, trasportato fino a Finale di Pollina (Pa) e Lascari (Pa), armi ed esplosivi per agevolare il gruppo mafioso guidato dallo stesso Schittino.
Questi trasporti erano stati effettuati con i mezzi della ditta individuale Angelo Prisinzano di Castelbuono alle cui dipendenze negli anni ’90 erano addetti Vento e Macaluso.
Il 2 novembre 2006 Angelo Prisinzano ? stato condannato dal Gup Mazzeo, al termine del rito abbreviato, a 4 anni di reclusione in quanto esponente della famiglia mafiosa di Castelbuono (Pa), per la quale ha gestito gli affari delle cosche delle Madonne e controllato il racket delle estorsioni.