Padre Domenico, Anna Verde e le reazioni della Chiesa. L’appello della donna al Generale dei Cappuccini

Anna Verde, la ragazza che ha denunciato gli abusi subiti presso il convento di San Pio, è ancora al centro delle polemiche che si sono svolte a seguito del servizio de Le Iene (filmato oggi stranamente non più disponibile online). Nulla di questa vicenda è chiaro, a parte la cacciata di Padre Domenico Costanza da Castelbuono, le quasi 9.000 firme della nostra petizione per riaverlo e il dramma che sta vivendo la ragazza: dopo la denuncia, licenziata ed oggi prossima allo sfratto; secondo un modus operandi della Chiesa che non ci non ci sembra così in linea con quanto prescritto dal Vangelo a proposito di porgere guance [Matteo 5:39], di accoglienza [Dt 10,18-19; cfr. Es 22,20; Lv 19,34], carità e tutto il resto.

A Castelbuono Anna sta trovando una comunità amica ed ospitale, non rassegnata ai soprusi, ed oggi ci inoltra il suo appello rivolto al Generale dei Cappuccini, attraverso una lettera che pubblichiamo qui di seguito.


 

Si, sono io che scrivo: Anna Verde appunto. Vivo ancora i momenti terrificanti di una persecuzione che ha gravato su di me senza rendermene conto per il fatto che non ho la coscienza di aver fatto nulla contro nessuno per avvertire sulla mia persona tanto odio ingiustificato e una persecuzione assolutamente ingiusta dopo i segni logoranti degli abusi e delle molestie, nonché delle sofferenze morali e fisiche; provocate da atteggiamenti insani che hanno danneggiato non poco la mia salute e offeso gravemente la mia persona di donna e figlia di Dio. E anche se totalmente estranea ad atteggiamenti e situazioni che non mi appartengono, vengo, ancora oggi, salutata ed apostrofata con titoli vergognosi ed epiteti di strada che ti fanno orrore.
Vedo che mi sono imbattuta in meno a persone, consacrate o no, la cui caratteristica è l’assoluta indifferenza e una cattiveria malcelata che genera odio, maldicenza e persecuzione…
Ho lavorato al convento sotto la paura di essere licenziata e pertanto qualcuno voleva fare di me “una cosa da usare” , ma il Signore mi è stato vicino e ho avuto la forza di non abbassare il capo davanti a nessuno. Ma questo fatto ha provocato rabbia e sulla mia pelle ho provato i danni e le sofferenze di una persecuzione continua con mobing, cagnare, ingiurie e maltrattamenti morali, offese contro la mia persona… e poi il ‘licenziamento dal lavoro, ingiusto e illegale e infine anche la causa , con cui speravo di impugnare il licenziamento, perduta con l’inganno e il tradimento.

Questa la mia amara e sconvolgente esperienza con un crescente accanimento per portarmi alla rovina. Non ho mai potuto assaporare una parola o un gesto che avesse sapore di Vangelo. Adesso sono in attesa di essere definitivamente sfrattata dalla casa, dove attualmente abito con le mie due sorelle. Noi non abbiamo casa dove abitare e viviamo nella povertà più squallida. Non vorrei che si verificasse quanto avrebbe detto uno dei consacrati di grosso calibro che conta molto: “Non vedo l’ora di vedere strisciare per la strada, questa donnaccia!”

È la voce della sicurezza di chi ha le spalle al sicuro, infatti tutti ormai sanno che voi avete realizzato un ingente patrimonio tra case, ville e terreni col beneficio e la protezione di Padre Pio. Comunque siamo sicure che lo stesso santo non ci volterà le spalle a me e alle mie sorelle. Oltretutto non ho fatto mai niente di male a nessuno, e ai danni già ricevuti non vorremmo si aggiungesse anche questo, di rimanere senza un tetto.

Gentile Generale, le sono grata per avermi ascoltato e spero vorrà prendere a cuore la mia situazione se può venirmi incontro in qualche modo.
La saluto di cuore.

Anna Verde