Appello ai Castelbuonesi per una “Coscienza Generazionale”

Gli spazi per dibattere della cosa pubblica non si sono estinti, ma sono pi? volatili, pi? eterei e provare a fare ragionamenti, che portino a soluzioni reali, pu? risultare difficile soprattutto se non si ha una platea di confronto stimolante.

Castelbuono.org permette di ridurre alcune di queste “distanze” e di contribuire alla crescita della nostra comunit? anche concedendo spazi ad interventi, spero non fuori luogo, ma forse ?fuori tempo? come quello che seguir?.

Il mio ? un appello. Proposte di idee ma anche di azioni.

La mia modesta esperienza mi racconta di vite di giovani Castelbuonesi divise fra lo sforzo di finire gli studi e quello di far nascere e vivere la propria impresa, fra il coraggio di emigrare e quello di restare, fra le difficolt? di diventare un professionista affermato e il silenzio del lavoro in nero e sottopagato.

L’insieme di queste ed altre situazioni rappresenta una realt? che a volte sembra distante da noi. Una realt? paradossalmente invisibile che non riusciamo a far emergere poich?, secondo il mio parere, manca una ?coscienza di classe generazionale?. Qualcuno ci ha definito la ?generazione del disincanto? e non a tutti i torti.

Sia chiaro, quando scrivo ?noi? mi riferisco agli stessi attori, mi riferisco a questa classe di generazioni, fra i venti e i trentacinque anni, orfane di utopie ma ricche di idee.

Il virus dell’antipolitica ha infettato la societ? in genere, allontanando maggiormente i giovani dalla politica e peggio ancora dalle istituzioni. Ho riscontrato questo dato nella mia esperienza da assessore e continuo a riscontrarlo tutt’ora. In genere si ha una percezione della cosa pubblica e della politica come ostacoli alle proprie volont?, ai propri progetti e ai propri sogni.

Credo in realt? che manchi alla nostra classe generazionale la capacit? di fare blocco sociale, di fare massa critica, di essere soggetto protagonista propositivo nella nostra comunit? e di questo, in onest?, non se ne pu? incolpare del tutto la politica o i politici che fin qui hanno guidato le amministrazioni.

C’? bisogno di superare lo scoramento che ? dato dall’insieme delle incertezze sul futuro e dal suo precariato e di ammettere onestamente che questa classe generazionale non sa tirare fuori il ?coraggio collettivo? di fare le scelte per la nostra comunit? in prima persona. Troppo facile nascondersi dietro il gioco della critica fine a se stessa.

Chi mi conosce sa che in politica sono sempre stato schierato e diretto, della politica non mi sono mai piaciuti i teatrini e i balletti della stessa. Dir? quindi una cosa chiara: le prossime elezioni comunali devono segnare per questa “classe generazionale” un nuovo impegno, un patto con noi stessi e con il nostro paese, un patto per dire che non saremo indifferenti ma che saremo partecipi, protagonisti, sicuri del fatto che possediamo vissuti personali, esperienze professionali e capacit? intellettuali per fare bene alla nostra collettivit?.

Ma non mi dilungo, vado alle idee, alle proposte. Poche cose per iniziare, il resto verr? se questo appello avr? seguito.

Chiedo e propongo ai ragazzi e alle ragazze dai 18 ai 35 anni di:

1)?aprire uno spazio di confronto reale e di autoconvocarci in un’Assemblea Generazionale per provare a discutere sui temi e sui problemi che viviamo nella nostra comunit? provando a individuare NOI le soluzioni.

2) costituire uno strumento di informazione e confronto costante (anche virtuale).

3) creare uno spazio informativo informale, gratuito, facilmente accessibile, di semplice utilizzo che garantisca a chi ne faccia richiesta l?anonimato, dove l?utente possa trovare ascolto e informazioni tramite suppor ti informatici o cartacei su tutto quanto gli possa essere utile e interessare (diritti, doveri, accesso al lavoro, consulenza per la formazione del lavoro, spazi a favore dei giovani, prevenzione, tempo libero, colonie e campi di vacanza, au pair, monitori, volontariato, sessualit? e affettivit?, lotta alle dipendenze, alimentazione, borse di studio, ecc.).

Tre piccoli semplici passi. Siamo ?costretti? dalla storia che avanza ad aprire il confronto sul nostro futuro e su quello di Castelbuono, con gli amici, con le loro comitive, nei posti di lavoro, nelle scuole e nelle piazze. L’indifferenza deve essere sostituita con il coraggio e la voglia di partecipare. Di decidere noi se e quando sar? il momento di prendere in mano il testimone della storia per ?governare? i processi storico-politico-economico e sociali di Castelbuono.

Altri prima di noi l’hanno fatto e ci sono riusciti. I risultati sono sotto il giudizio libero di ogni cittadino ed ? ora, secondo me, di passare da cittadini che giudicano a cittadini che si faranno giudicare.

Giuseppe Genchi