Un’intervista esclusiva per i lettori di Castelbuono.org. Un’intervista che racconta Carmelo Abbate, giornalista di Panorama di origine castelbuonese, dopo la recente uscita del suo libro “Sex and the Vatican”, un argomento scottante che incuriosisce e scandalizza, un libro ricco di testimonianze e prove inconfutabili. Pubblicato da Piemme, in un solo mese ha registrato il tutto esaurito in Francia e sta scalando le classifiche in Italia.
Carmelo Abbate, caposervizio nella sezione attualit? della rivista Panorama, ha svolto diverse indagini sul campo su temi sociali e economici. La sua ultima inchiesta “Notti brave dei preti gay” pubblicata lo scorso luglio ha attirato l?attenzione della stampa internazionale.
E’ autore di diverse libri editi tutti da Piemme: La trappola (2008), L’onorata società (2009); Babilonia (2011) e sempre nel 2011 Sex and the Vatican.
Sex and the Vatican, un argomento forte che non lascia spazio sin dal titolo ad alcuna ambiguità. Da dove nasce l’idea di questa inchiesta?
Nasce dalla telefonata di un amico gay di Roma che lo scorso anno a giugno nel corso di una telefonata mi racconta dell?avventura avuta in una sauna gay della capitale. Dice che ha avuto un rapporto con un uomo che dopo gli ha detto di essere un prete. Questo prete gli parla di una festa per il fine settimana dove ci sarebbero stati altri preti e due escort. A quel punto mi fingo il fidanzato di questo amico e mi presento alla festa. Quello che succede durante la festa lo scrivo nell?inchiesta di Panorama del luglio scorso che ha fatto il giro del mondo.
Questo libro nasce da lì, dalla dichiarazione ufficiale del vicario del Papa che dichiara che quello che ho scoperto sono solo dei casi isolati. A quel punto per sei mesi ho continuato a lavorare nel silenzio più totale per cercare di scoprire se era veramente così o se sotto ci fosse un fenomeno molto più profondo.
Una casta difficile da esplorare, un mondo segreto, privato. L’inchiesta pubblicata a luglio su Panorama è una prova inconfutabile del mondo che si muove dietro l’apparenza, un mondo che si allontana dai valori della Chiesa. Un’inchiesta esplosiva che imbarazza il Vaticano.
Un’inchiesta che mette in luce la doppia vita di buona parte del clero. La Chiesa conosce benissimo il fenomeno e si preoccupa soltanto di coprire ogni scandalo. Una Chiesa silente, omertosa, ipocrita. Una Chiesa dalla doppia morale, una per chi sta dentro, che può continuare a peccare purché non faccia scoppiare scandali, e una per i poveri ingenui fedeli di tutto il mondo.
Una Chiesa che chiude le porte a separati e divorziati, che rifiuta l’assoluzione dei peccati a una donna che in confessione dice che sta per sposare un uomo sposato. Che scaccia dal suo tempi i gay e le lesbiche che giudica intrinsecamente malvagi. E che scomunica i preti brasiliani che fanno abortire una bambina di nove anni rimasta incinta in seguito a una violenza sessuale. Ma è la stessa Chiesa che ha all?interno tutte queste dinamiche e in questo caso si comporta in modo completamente diverso.
Sex and the Vatican, sui preti gay e non solo “preti , suore e figli”.
Non solo preti gay. Ci sono le storie di donne amanti dei preti che vivono nell’oscurità, che soffrono, che si prendono colpe che non hanno. Ci sono donne pagate per abortire o che hanno firmato contratti con i quali la Chiesa paga il silenzio quando mettono al mondo i figli del peccato. Ci sono i figli dei preti, che non possono dire la parola papà. Ci sono suore violentate, costrette ad abortire.
Per altre inchieste ti sei travestito da curdo, medico, contadino questa volta da cosa?
Questa volta ho fatto finta di essere omosessuale, e ti assicuro ci sono stati dei momenti in cui mi sono detto: si stava meglio quella notte da clandestino in mezzo alle serre di Pachino, quando per poco non ci rimetto la pelle.
Scherzi a parte, quando lavori da infiltrato hai una tensione addosso pazzesca. Ma è il mio modo di essere e di lavorare. Mi sento vivo. Terribilmente vivo.
Sei cattolico? In che modo ha influito la tua religiosità su questa inchiesta?
Sono cattolico. Mi chiedo quanto di cattolico ci sia all?interno di una gerarchia vaticana che ha seppellito l?esempio di vita di Ges? sotto una montagna di dogmi.
Io sogno una Chiesa trasparente, aperta alla società, dentro la società. Una Chiesa che non sia ossessionata dalla sessualità, dall’omofobia. Una Chiesa serena.
Hai ricevuto comunicazioni private o dirette dopo la pubblicazione del libro da parte della Chiesa? Qualcuno ha provato a censurarti?
Il Vaticano ha detto che non bisogna parlare del libro per evitare di fare pubblicità. La stampa e le televisioni si sono adeguate. C’è un muro di silenzio. Ma non mi fermo, puoi starne certa che lo prendo a testate questo muro e lo butto giù. Fosse anche l’ultima cosa che faccio.
Per fortuna il libro è stato tradotto in francese e pubblicato in Francia, Svizzera, Belgio e presto anche in Canada.
In Francia ha scatenato un grande dibattito.
Mi stanno intervistando i giornali e le televisioni di tutto il mondo, come puoi vedere dalle pagine del mio sito (www.carmeloabbate.it).
L’Italia sta perdendo l’ennesima occasione per dimostrare di essere un grande Paese.
Il Vicariato di Roma a proposito dell’inchiesta pubblicata da Panorama il luglio scorso ha affermato che è un’inchiesta nata per “creare scandalo e diffamare tutti i sacerdoti” , inoltre , se ci sono sacerdoti gay, scrive il Vicariato, “coerenza vorrebbe che venissero allo scoperto, perché nessuno li costringe a rimanere preti, sfruttandone solo i benefici”. I tre però sono ancora ai loro posti e continuano a celebrare la messa. Una posizione un po’ ambigua, non credi?
Giovanni Paolo II è stato appena beatificato. Papa straordinario sotto molti aspetti, è sempre stato un papa conservatore e oscurantista riguardo a tutto ciò che attiene alla sessualità, dagli scandali più lievi fino alle atrocità della pedofilia.
Questa è la Chiesa di Roma. Coprire tutto per evitare scandali, dei poveri illusi non importa niente a nessuno.
Sex and the Vatican ha già scalato le classifiche in Francia e in Italia, a breve sarà pubblicato in Canada; è già un successo internazionale.
E non è finita, ci sono trattative in corso con altri numerosi editori stranieri.
Parliamo adesso di Carmelo Abbate
Carmelo Abbate, un castelbuonese che tutti i castelbuonesi ricordano con orgoglio e affetto. Che ricordo hai di Castelbuono?
Mamma mia. I ricordi ce li hai di qualcosa che ti sei messo definitivamente alle spalle. Castelbuono è sempre dentro di me, è un organo del mio corpo. Non sai che ce l’hai ma ti permette di vivere, di essere quello che sei. Gli impegni di lavoro non mi permettono di venire spesso in paese, ma quando questo accade e faccio due passi in giro, incontro amici e conoscenti e mi sento come se non me ne fossi mai andato e fossi sempre rimasto lì.
Abbiamo presentato a Castelbuono il tuo libro “La Trappola”; Ho visto un Carmelo emozionato di parlare alla sua comunità natia.
Sono abituato a parlare in pubblico o in televisione. Ma a Castelbuono in effetti ? scattato qualcosa di diverso e incontrollabile.
Ero molto emozionato, è vero. Ma è tutta colpa tua, Cinzia. In te ho sentito qualcosa di speciale, qualcosa che mi riportava alla mia dimensione di qualche anno prima: passione, voglia di emergere, determinazione, carattere, umiltà, nessuna paura a misurarsi con esperienze nuove. Vai avanti e non fermarti.
Nel tuo blog ho notato due frasi virgolettate:
“Vattene, tornatene a Roma. Sei giovane, il mondo è tuo. Non voglio più sentirti parlare, voglio sentir parlare di te”
“Se non resisti e torni indietro, non venirmi a trovare, non ti faccio entrare a casa mia. Qualunque cosa farai, amala, come amavi la cabina del Paradiso quando eri picciriddu.”
Sono frasi di uno dei miei film preferiti: Nuovo Cinema Paradiso, fra l’altro girato anche in paese da noi. E’ un film che mi emoziona e mi fa piangere ogni volta che lo vedo. Ormai lo so a memoria, ma non si scappa: piango. Mi tocca delle corde sempre vive dentro di me.
Nella biografia del tuo Blog c’è una frase che mi ha colpito: “Sono scappato dalla Sicilia nel 1999”. Perché sei scappato? Che rapporto c’è adesso tra te e la Sicilia dopo circa 20 anni che non vivi più lì.
Sono scappato perché volevo fare il giornalista e perché avevo capito che non l’avrei mai potuto fare in Sicilia: non conoscevo nessuno e non volevo fare conoscenza con nessuno.
Una mattina mi sono svegliato sono salito su un treno a Palermo e sono arrivato a Milano. Ho preso un albergo davanti alla stazione centrale e sono andato in giro per tutte le redazioni a chiedere una possibilità.
Ce l’ho fatta. Ma non è stato facile. Nessuno mi ha mai regalato nulla. Mi hanno offerto una possibilità e io mi ci sono aggrappato con le unghie e con i denti per non farmela scappare.
Avevo 28 anni. Ho conosciuto la solitudine. E’ stata dura. Ma oggi mi guardo indietro e devo dire grazie solo a chi ha avuto fiducia in me. Basta.
Quale domanda ti faresti??
Passo la vita a fare domande. A te l’onere per questa volta.
Se vuoi puoi fare un saluto ai lettori di Castelbuono.org
Volentieri. A tutti dico di non smettere mai di sognare, di credere in quello che fate e di non scoraggiarvi mai. Se nelle cose che fai ci metti amore, passione e determinazione, non puoi non farcela. Ho sempre pensato che nella vita un treno passa per tutti. Bisogna avere fortuna e saltarci sopra. Ma bisogna anche stare alla stazione. Nessuno verrà mai a cercarvi a casa.