C’? grossa crisi

Con l?estate, che ha oramai varcato le consuete “porte”, l’emergenza idrica diventa una vera e propria crisi. Fortunatamente, la classe dirigente italiana propone una sostanziosa rivoluzione culturale in grado di salvare il mondo dall’arsura e dalla povertà.

Ho letto che la Lega ha dichiarato che la tradizionale cerimonia dell?ampolla sacra sarà modificata: anziché prelevare acqua dal Po, la delegazione leghista rovescerà nel fiume l?ampolla riempita lo scorso anno e, in aggiunta, gli onorevoli Borghezio e Calderoli sputeranno nel fiume. Il governo ha invece introdotto una tassa sulla vasca da bagno invogliando così i cittadini a fare la doccia che, come è notorio, consuma meno acqua. A proposito, dopo il successo della privatizzazione dell?acqua si pensa a quella dell?aria: la pagheremo un po?, ma sarà sicuramente più fresca e pulita. Berlusconi pensa di devolvere in beneficenza, alla popolazione locale, l?acqua della sua piscina provvedendo così al fabbisogno della Sardegna per tutto l?anno. Dovranno cambiare le abitudini di tutti e con pochi accorgimenti dettati dagli esperti, anche noi potremo contribuire al risparmio di questo liquido vitale: la doccia si può fare una volta a settimana ma non deve superare i 10 secondi; mutande e calzini, come si sa, possono durare anche 15 giorni ma con l?accorgimento che, non appena raggiungono la necessaria rigidità, per usarli va usato martello e scalpello. Vietato lavare la macchina, più economico comunque cambiarla ogni volta che è sporca. L?acqua piovana, raccolta con appositi contenitori posizionati nei nostri balconi e tetti, dovrà essere usata per cucinare la pasta, poi per lavarsi i denti (come si usava in origine, da qui il termine “pasta dentifricia”), a sua volta utilizzata per lavare per terra, in seguito come acqua della sciacquone e, dopo una semplice modifica ai normali wc, verrà raccolta ed usata per innaffiare risparmiando così anche l?uso di concimi. Il nostro ingegnoso sindaco, per mantenere alta la nostra nomea internazionale di ?masci? dell?ambiente ha già annunciato certe sue idee in merito: vorrebbe dotare Castelbuono di un dissalatore, in modo da rendere potabile l?acqua del mare. Verrebbe presa rigorosamente alla stazione di Castelbuono e trasportata in paese dai nostri famosissimi asini (che all?andata porterebbero chiunque abbia bisogno di andare alla stazione), il tutto senza inquinare e spendere niente. Per non parlare dell?idea di rendere navigabile la Fiumara o imbottigliare l?acqua della canna. Queste sono solo poche delle brillanti idee avute dal nostro sindaco, ma, nel concreto, già da San Giovanni entrerà l?obbligo di riempire le tradizionali quarare per bollire le fave e le patate con il vino anziché con l?acqua e, sempre lo stesso giorno, dalle fontane locali sgorgherà del buonissimo vino castelbuonese (provvedimento da molti, e troppo a lungo, invocato): questi sono fatti, non parole. Anche la Chiesa si è mossa, smentendo così chi la critica di poco interesse per l?ambiente: l?acqua santa verrà colorata in modo da rendere visibile chi ne viene colpito durante le benedizioni. Al fortunato benedetto a fine messa verranno contate le gocce che lo hanno colpito e, a questo punto, o restituirà lo stesso numero di gocce o sarà invitato a donare 5 euro per goccia. Per chi già dona l?otto per mille è previsto uno sconto: ogni 3 gocce 1 sarà in omaggio. Le solite malelingue pensano che la Chiesa abbia preso questi accorgimenti per arginare il fenomeno dilagante della troppa gente che andava a messa solo per lavarsi, affollando le prime file e causando i sempre più frequenti incidenti (vedi stragi della domenica mattina). Tra le altre cose è stata respinta una proposta di legge che prevedeva maggiori controlli e interventi più rapidi nel rattoppare acquedotti e condutture e disciplinava l?uso dell?acqua dei depuratori per uso agricolo, anziché l?acqua potabilizzata come si usa ora: non si è raggiunto il numero legale perchè tutti i politici erano a pensare ad altre brillanti soluzioni per altri gravi problemi. Non possono mica fare tutto loro: che si facciano aiutare dai privati.