Club UNESCO Castelbuono ? Racconto n°1

?Soleano gli spiriti egregii in tutte le azzioni loro, per uno acceso desiderio di gloria, non perdonare ad alcuna fatica, quantunche gravissima, per condurre le opere loro a quella perfezzione che le rendesse stupende e maravigliose a tutto il mondo; né la bassa fortuna di molti poteva ritardare i loro sforzi dal pervenire a’ sommi gradi, sì per vivere onorati e sì per lasciare ne’ tempi avenire eterna fama d’ogni rara loro eccellenza?

Giorgio Vasari, Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori, e architettori

Esistono città. Città grandiose, lontane, desiderabili e ricche di ogni attrazione ma esistono anche città invisibili. Invisibili all?occhio comune che spesso passa veloce senza soffermarsi più di un attimo su quella distesa informe e mutevole di tetti che ogni giorno scorge tornando a casa la sera. Palermo è una di queste ultime. Maestosamente decadente nasconde tesori incredibili legati a Vite misteriose che tanto hanno dato a una terra capace di creare meraviglia con la stessa velocità con la quale crea distruzione. Tra i vicoli della città vecchia, risalendo dal Foro Italico, nascosto nel fitto tessuto della città ci si imbatte quasi per caso in un Palazzo. Nell?inconsueto silenzio di una mattina domenicale ci ritroviamo alle soglie di Palazzo Abatellis dove si intrecciano nomi che hanno segnato l?arte: Carnilivari, Gagini, Laurana, Antonello da Messina, Scarpa? tutti all?ombra di un?opera misteriosa il cui anonimo Maestro continua ad incantare coloro che si ritrovano al cospetto del suo Trionfo. Una cosa, più che la maestosità del contenuti, colpisce l?attento osservatore: la grandezza del contenitore. Non mi riferisco soltanto al certo valore del Palazzo in sé quanto all?intervento di Carlo Scarpa: Nel 1954 il Maestro veneziano completava il suo intervento nella struttura mostrando senza possibilità di fraintendimenti cos?è un museo, cosa vuol dire intervenire sulla storia, cos?è Architettura. Il moderno, anzi, il Suo moderno, si mostrava nella sua complessità capace di magnificare le opere accuratamente posizionate attraverso la lavorazione della luce, l?uso dei colori, la maniacale cura dei dettagli e dei percorsi. Nessun gesto è casuale, nessun elemento è lasciato alla noncuranza e incompetenza dei contemporanei curatori (nessuna pietà per chi stravolge un progetto di percorso e chiude intere sale svilendo il pensiero su cui si basa l?esperienza delle opere), tutto è in funzione del viaggio simbolico del visitatore.

Una mattina di dicembre il Club UNESCO Castelbuono si ritrova sulla soglia del portale d?ingresso del museo, all?ombra della torre merlata che, nascosta a tratti dalle abitazioni circostanti, si scopre come primo tesoro dell?incredibile complesso. Guidati dagli Architetti Giuseppe Antista e Vincenzo Minutella ci addentriamo nei segreti dell?arte e dell?architettura attraverso la narrazione di opere senza tempo seguendo un filo lungo centinaia di anni. La suggestione dei colori, l?armonia instaurata con incredibile delicatezza tra l?opera umana e la luce, magico tocco che trasforma la materia in spirito, la bellezza intramontabile del lento scorrere del tempo sugli sforzi umani volti a rendere immortale l?attimo, tutto concorre a lasciare indelebile il ricordo di una giornata trascorsa tra arte e vita, vite ed opere, gesti e immagini.

Sono semplici sensazioni che vogliamo qui trasmettere, non un resoconto, non una guida, ma un invito al viaggio. Un invito alla scoperta personale, un invito alla bellezza, alla storia. Un invito alla città visibile. Visibile oltre l?attimo e il presente nell?eternità di quelle vite mirabili e uniche. Ma adesso è tardi, il testo non permette divagazioni, andate, ripetete la nostra esperienza una, due, infinite volte. Viaggiate alla volta di questo tesoro, andate nel cuore della città, andate a toccare con mano ciò che non sono in grado di raccontare, andate a sentire le urla del tempo e il Trionfo che, al fondo della sala, attende i suoi spettatori per l?eterna commedia.

 

foto e testo: Michele Puccia