[pubblicato su la Repubblica/Il Lavoro (locale) luned? 2 agosto 2010, p. XVII con il titolo: ?Da Palermo a Genova una ventata di civilt??]
Sono stato invitato a Castelbuono, km 100 ?circa sud-est da Palermo, al campo estivo ?Cittadini del villaggio Globale, cantiere di educazione alla pace e alla mondialit?? per un seminario sul tema ?La Pace della Giustizia?. In una giornata si ? cominciato e finito di parlare di tutto: di Politica, di Chiesa, di Religione, di Fede, di Pace, di Giustizia e di Progetti. Ho avuto l?onore di conoscere una trentina di persone che partecipavano al campo tra cui dodici giovani, sette uomini e cinque donne che mi hanno sconvolto. Da tempo avevo la certezza che per la Sicilia non vi fosse speranza e che per salvarla fosse indispensabile sospendere i diritti civili, commissariarla per almeno cinque generazioni e con l?esercito setacciare centimetro per centimetro il territorio fisico per affermare che esso appartiene all?Italia e non alla mafia. In parte lo penso ancora, ma adesso c?? in me una breccia.
Ho visto giovani e alcuni loro genitori e adulti che hanno pagato di tasca
propria per partecipare ad un campo di formazione alla mondialit? e alla pace, passando le vacanze ad ascoltare voci diverse provenienti da fuori per
prepararsi ad essere cittadini del mondo. S?, cittadini del mondo e nel
profondo sud! Uno di loro, studente di ingegneria, la sera in piazza davanti al
paese, disse con naturalezza: ?aspetto di finire gli studi e poi parto per l?
Africa dove voglio esercitare la mia professione?. Le ragazze e i ragazzi da
dietro annuivano. A Genova, a Milano, a Padova, ?nord-ovest-est sviluppato,
siamo ancora alle prese con la Moschea, l?assistenza sanitaria e il cibo negato
ai bambini dell?asilo. Quella sera si dava uno spettacolo di due eccelsi
chitarristi (Francesco Buzzurro e Richard Smith) per raccogliere fondi per la
costruzione di pozzi d?acqua potabile in alcuni paesi africani.
Avevo appena finito di partecipare a Genova alla festa per la raccolta di un
milione e 400 mila firme perch? l?acqua resti pubblica in quanto ? e deve
restare di tutti e in Sicilia mi trovo davanti a ragazzi e ragazze che si fanno
portatori di acqua per l?Africa. In Sicilia la politica scellerata dei governi
mafiosi, sostenuti e protetti dai mafiosi governi berlusconiani, ha ridotto l?
impianto idrico dell?isola a un colabrodo perch? oltre il 60% di acqua si perde e molti paesi sono riforniti ad ore o con le botti. Eppure questa Sicilia
assetata ha dato a Berlusconi 61 seggi su 61 (2004) ?e continua a votare
mafiosi e corrotti. La mentalit? della stragrande maggioranza dei siciliani non ? democratica, ma clientelare, il voto ? quasi sempre di scambio, un dare e avere. Il senso del bene comune, la ?civitas politica? ? inesistente. Ho
scoperto che durante la novena di Sant?Anna, per ben nove giorni, ogni sera si fa una processione della santa per le vie del paese e a Palermo per Santa
Rosalia, sono in prima fila i mafiosi politici o i politici mafiosi perch?
cambiando l?ordine degli addendi la somma non cambia. La religione usata come supporto di un mondo degenere, immorale e politicamente indecente. Facile fare due passi in processione, difficile combattere.
Eppure a mille e trecento chilometri da Genova, in territorio italiano, esiste
un uomo, Vito Restivo che con la moglie tiene viva l?Associazione
Internazionale Volontari Laici (in sigla inglese L.V.I.A.: Lay Volunteers
International Association) che si prende cura dell?acqua degli Africani;
Maurizio Pallante parla di decrescita e felicit? sostenibile; il direttore
della banca etica di Palermo, Stanislavo Di Piazza parla di ?Comunit?
internazionale tra diseguaglianze, guerre e immigrazioni?; un filosofo teologo, Augusto Cavadi, intervista un prete di Genova e la sera nel parco delle rimembranze di Castelbuono, Musulmani, Valdesi, Cattolici e Buddisti pregano insieme. Tornando in aereo a casa, mi prese un pensiero d?amore: Coraggio, Genova, ce la puoi fare! A Palermo gi? accade!
Paolo Farinella, prete
Parrocchia S. Torpete – Genova