Dai libri allo schermo: trasposizioni di successo

Una delle situazioni più ricorrenti per qualsiasi appassionato di cinema è quella di dover fare i conti con chi, dopo aver visto un determinato film, lo giudica inferiore al libro da cui è tratto. In effetti, le pellicole basate su soggetti che già erano stati protagonisti di successi editoriali sono innumerevoli, ed è altrettanto vero che quando tali film hanno preso strade diverse dal materiale di partenza l’effetto è spesso stato di stravolgere quest’ultimo. Tuttavia, si compie spesso l’errore di generalizzare all’eccesso, considerando automaticamente qualsiasi film tratto da un libro come in qualche maniera inferiore rispetto al suo “genitore”: non sempre per fortuna è così, con pellicole tratte da libri che sono state in grado di rispettare, se non migliorare, il materiale di partenza.

È per esempio questo il caso di Shining, celeberrimo film del 1980 di Stanley Kubrick. Il film è tratto dall’omonimo libro di Stephen King, uscito tre anni prima, e si discosta dalle vicende in questo narrate omettendo diversi passaggi: si trattava di una scelta necessaria per le scelte del regista, intenzionato ad approfondire più gli eventi soprannaturali a scapito degli aspetti umani dei protagonisti, che nel film al contrario del libro passano quasi in secondo piano. Per questi motivi lo stesso King non ha mai fatto mistero di non apprezzare la pellicola, da molti lettori considerata quantomeno riduttiva rispetto al romanzo. Tuttavia, il film è pacificamente considerato come uno dei migliori esempi del cinema horror, comparendo ai primi posti nelle classifiche dedicate, ed è oggi considerato un cult movie tanto da venire usato come paragone per qualsiasi hotel abbandonato: non si può certamente parlare di insuccesso cinematografico.

Si può poi prendere in considerazione una serie di film che conta ormai 25 pellicole, con la prima uscita nel 1962 e l’ultima nel corso dello scorso anno: si parla ovviamente dei film dedicati a James Bond. La figura dell’agente segreto britannico è stata capace di diventare un’icona legata ai più svariati contesti: la casa automobilistica Aston Martin, attiva anche in Formula Uno, ha sempre vantato il fatto che un suo modello fosse l’auto preferita di Bond; ben prima che la roulette si rivelasse un successo anche sul web grazie a siti come PokerStars Casino, e ben prima anche del successo della stessa rete Internet, al cinema era già protagonista di scene destinate a passare alla storia grazie alla passione di Bond per la stessa; perfino i produttori di orologi si danno ciclicamente battaglia perché un loro modello compaia nel film come orologio scelto dall’agente segreto. Tutti questi aspetti non sarebbero stati certamente possibili senza i film, tratti dai libri che l’inventore del personaggio, Ian Fleming, scrisse tra il 1953 e il 1965: finito questo materiale, naturalmente, le storie cinematografiche hanno seguito un loro percorso autonomo, che non è stato minimamente penalizzato dalle origini non più letterarie.

Merita poi una menzione Il Signore degli Anelli, vera e propria pietra miliare del genere fantasy e capolavoro di uno dei suoi massimi esponenti, John Tolkien. Il libro, scritto fra il 1937 e il 1949, ha avuto diversi adattamenti, il più famoso dei quali sicuramente è rappresentato dalla trilogia cinematografica diretta da Peter Jackson e uscita tra il 2001 e il 2003. I film sono unanimemente considerati dei kolossal moderni, hanno incassato globalmente 17 Premi Oscar oltre a innumerevoli altri riconoscimenti, e gli attori che vi hanno recitato sono ormai i volti indiscussi dei personaggi per qualsiasi lettore; il tutto nonostante varie licenze narrative e omissioni compiute nella trasposizione, scelte rese necessarie da un progetto così ambizioso e che non hanno evidentemente inciso sul risultato finale.

E in Italia? Fra i numerosi esempi, uno in particolare balza agli occhi: il caso dei film con protagonista Ugo Fantozzi. Il successo di questi, infatti, è stato tale da eclissare i libri dai quali erano stati tratti, scritti da Paolo Villaggio come raccolta di aneddoti legati al suo personaggio, da lui inventato attingendo ai suoi numerosi altri personaggi. Oggi è sicuramente impossibile immaginare un Fantozzi senza la fisionomia di Villaggio, la parlata e la gestualità del quale sono parte fondamentale del personaggio proprio grazie alla sua trasposizione cinematografica. Un risultato non da poco, e che può certamente essere inserito tra i migliori passaggi dal libro al grande schermo.