“Disamina sulle elezioni politiche 2013. Alla ricerca della casalinga di Voghera.”

Il numero di oggi della rubrica OltreFiumara è un numero speciale dedicato alle elezioni politiche nazionali. Ha molto a che vedere con ciò che succede “oltre la fiumara”, come ovviamente ha influenza su quello che accade dentro il nostro paesello. La mia vuole essere una lettura soggettiva, come una sorta di escursus emozionale di quello che era il mio stato d’animo a partire da Lunedì pomeriggio fino alle riflessioni a freddo del Martedì sera. Comincio subito con la nota positiva: il nostro sarà un parlamento molto giovane e femminile rispetto al precedente, con l’età media che si abbassa da 54 a 45 anni alla Camera e da 57 a 53 anni al Senato e la “quota rosa” passa dal 20% al 31% e questo certamente è un buon segno. Ma addentriamoci nell’analisi del voto. Comincio col dire che il successo raggiunto dal Movimento 5 stelle non mi ha sorpreso. Le percentuali dei sondaggi erano chiaramente restrittive, vuoi perché non si ha esperienza politica, e quindi riferimenti storici, per proposte di questo tipo, vuoi per l’evidente contrapposizone unanime, di tutte le testate giornalistiche e organi di informazione, e i sondaggi hanno una certa rilevanza sul voto. Errore madornale, visto che ciò ha portato in larga parte a considerare la netta distinzione tra i protagonisti del rinnovamento e “il vecchio che ritenta”, identificandoli nel M5S contro tutti gli altri. Ma questo, bisogna ammetterlo, non è sempre vero. Il partito democratico è il vero sconfitto di questa tornata elettorale. Seppur esce vincente alla Camera, è stato capace di perdere l’enorme divario che aveva all’inizio della campagna elettorale e per l’ennesima volta dare l’opportunità a Silvio Berlusconi di resuscitare, dato per morto e ancora una volta lì a giocarsela. il PD ha un’attitudine innata all’autolesionismo. Il dato più imprevedibile è per l’appunto la rimonta del Pdl. Sorprendente perché, più degli altri, ha rappresentato la continuità negli ultimi vent’anni di politica oggetto di malcontenti, disaffezioni, discredito, per di più dimettendosi nel 2011, dovendo ammettere l’incapacità di affrontare la crisi del nostro paese. Le elezioni regionali in Sicilia ne erano state una dimostrazione. Eppure il gran malcontento, la voglia di cambiamento paventate dal 99,9999% della gente, alle urne si è ritratta clamorosamente e una buonissima fetta di popolazione (7/8 milioni di voti alla camera e al Senato) ha voluto ridare fiducia al quasi ottantenne Berlusconi. Mi sono chiesto il perché. Anzi, ho chiesto perché a chi mi ha confidato di averlo votato (davvero diffcile trovarne ad oggi) e in tantissimi casi, sopratutto tra i meno giovani, la vera motivazione risiede nella promessa di abolizione e restituzione dell’IMU. E’ in quel momento che ho avuto un’illuminazione: in Italia fare politica è elementare, non servono ragionamenti, teorie, artefizi, basta utlizzare la tecnica più banale e scontata che esiste fin dal principio dell’esistenza della democrazia, fin dall’età di Pericle, basta promettere un guadagno facile (seppur di poco conto) per ottenere un consenso, è sufficiente millantare, spargere illusioni, non importa se non si capisce bene come si riesca a farlo, o se sono poco chiare le metodologie. L’importante è che ci sia un vantaggio personale. E allora, cari professori, teologi e politologi, non servono a niente tutte quelle parole, la cosiddetta “casalinga di Voghera” guarda i talk show con il terribile e pericolosissimo pregiudizio del “tanto sono tutti uguali” e pensa che a parità di inutilità, quantomeno investe il suo voto con la speranza che si possa rintascare i suoi 200 Euro, e chissenefrega degli ideali, delle appartenenze, delle strategie per il futuro, dei programmi, della progettualità. I 200 Euro e basta, tutto il resto si esaurisce in una imitazione di Crozza o un ricordo dell’infanzia portato alla luce da Bruno Vespa. E allora la reazione più ovvia sarebbe andare a Voghera (n.b. in provincia di Pavia) cercare questa famosa casalinga e sfogare su di lei tutta la propria rabbia. Ma invece no, non è la soluzione. A sangue freddo ti rendi conto che il risultato elettorale, oggi più che mai, è il trionfo totale della democrazia, la sua massima espressione. I politici ci assomigliano terribilmente, non sono nè migliori nè peggiori, sono esattamente uguali a noi. Tutti gli scandali emersi negli ultimi anni, dai tesorieri che facevano sparire i milioni ai parlamentari che si facevano rimborsare pure i gratta e vinci, per passare dalle tangenti alle leggi volte ad arricchire l’uno o l’altro politico, sono la riproposizione in larga scala del concetto che (per fortuna non per tutti) la politica è riuscire a trarre profitto per sè, e quindi se con un voto riesci a guadagnare 200 Euro, va bene così, tutto il resto è aria fritta. E quindi cominci a farci caso e vedi tutti questi piccoli Fiorito che girano per le strade d’Italia, vedi tanti piccoli Batman, tanti piccoli Berlusconi, tante piccole trote e tanti Lusi in ogni parte del paese. Per cui, miei cari, scappare non serve, tutti i proclami della gente che dice di voler espatriare sono inutili, quella è roba da Ingroia, non serve andare in Guatemala, perché qui la democrazia funziona benissimo, e se funziona la democrazia significa che viviano in un paese civile e dobbiamo solo essere felici. Non piangere, non essere triste, vivi in un paese democratico.

?Oltre Fiumara ? Rubrica settimanale che apre uno spiraglio tra le cinta murarie del borgo, per far passare qualche notizia fuori dal comune.?