“Giudici dai calzini incriminati e il fantastico ritrovamento del violino perduto.”

Ci risiamo, un’altra campagna elettorale è appena iniziata. Arriva poco prima di Natale, come la tredicesima, tra l’euforia delle festività e delle spese. L’esordio però e dei più penosi. Non mi riferisco alle titubanze di Monti, alle primarie del PD o alle liste online del Movimento Cinque Stelle. Piuttosto mi dà fastidio l’elogio della stupidità ostentato da alcuni giornalisti, o pseudotali. Se qualche mese fa il giudice Raimondo Mesiano fu criticato per indossare dei calzini tuerchesi, adesso tocca ad Ilda Boccassini essere attaccata, rea di aver buttato una cicca a terra e di (ormai è un cliché) indissare degli stravaganti calzini a righe. Nel primo caso, il reportage televisivo era stato trasmesso da “mattino 5”, programma di intrattenimento e di informazione (tra mille virgolette), e costò la sospensione del direttore di rete per due mesi, l’attacco al pm succedeva di pochi giorni la sentenza relativa al lodo Mondadori. Stavolta l’nchiesta è spuntata nelle pagine del settimanale patinato “Chi” (anche questo di proprietà della famiglia Berlusconi) a firma di uno dei più servili personaggi della TV, Alfonso Signorini. Nel nostro paese l’informazione non è una cosa seria. O meglio, non lo è sempe perchè non è sempre libera. Eppure ha un potere enorme, soprattuto quella televisiva ha ancora un certo seguito. L’unica cosa che possiamo fare è cambiare canale, o piuttosto spegnere la TV, e non comprare riviste e giornali asserviti al potere. Mi chiedo se basterà, se risucirò a sopportare per 4 mesi una campagna elettorale che comincia nel peggiore dei modi. Che Dio ce la mandi buona.

Negli scorsi giorni, invece, una ragazza ha perso il suo violino su un treno. Stava tornando a casa sua a Firenza da Imola, dove studia e scendendo per controllare la stazione dove si violino-rubato-finale-150x150 trovava, il treno è ripartito con il suo strumento incustodito. Qualcuno l’ha poi rubato. Il violino, un Claude Lebet del 1989, modello Guadagnini, era per lei la cosa più importante della vita e allora ha provato in tutti i modi a rintracciarlo senza risultati. Senonchè, ha creato un profilo Facebook chiamato “violino rubato”, inserendo un annuncio commevente e disperato, con frasi del tipo “purtroppo per me è difficile in questo momento poter acquistare un nuovo strumento, quindi sarà difficile continuare i miei studi, per comprare il violino la mia famiglia ci ha messo quattro anni”. I tanti “mi piace” hanno diffuso la richiesta in lungo e largo, portando alla miglior risoluzione, in pieno stereotipo favola di Natale dal finale gioioso. Il ladro, forse commosso, forse no, ha lasciato il violino nella sua custodia a fianco di un cassonetto dei rifiuti. Una ragazza assidua frequentatrice dei social network l’ha trovato e, sapendo benissimo come contatatre la proprietaria, glielo ha riconsegnato tra la contentezza generale.

OltreFiumara termina così, appuntamento alla prossima puntata natalizia.

?Oltre Fiumara ? Rubrica settimanale che apre uno spiraglio tra le cinta murarie del borgo, per far passare qualche notizia fuori dal comune.?