La lotta all?evasione è l?obiettivo dichiarato dell?attuale governo Monti, la chimera che permetterebbe una manovra economica più equa e una ripartizione più giusta del fardello da sopportare necessario ad uscire dalla crisi. Ma gli evasori sono tantissimi ed è difficile scovarli tutti. In casi rari vengono allo scoperto perché si sentono responsabili, con la coscienza sporca e si pentono sanando la propria posizione. Se si tratta di megamiliardari, con ingenti capitali in paradisi fiscali esteri, gli introiti per lo Stato sono cospicui e potrebbero fare la differenza. La cronaca della scorsa settimana invece narra di un venditore ambulante di rose che ha deciso di aprirsi una partita Iva e cominciare a emettere fattura per ogni rosa venduta. È un immigrato pakistano e gira da anni tra i locali della Brianza. Ha preso questa scelta da poco, ed essendo appena passato dalla parte dei ?buoni? si lamenta già dei colleghi che lavorano in nero e possono fare prezzi più bassi perché i controlli scarseggiano. Ad ogni modo, il suo gesto è apprezzabile e, nei giorni dei controlli a tappeto tra i ricchissimi che a Cortina girano in Ferrari e poi dichiarano redditi da poveracci, il suo è un esempio da seguire.
Il prossimo 7 Febbraio, a Palermo, sarà proiettata la prima del film “la fine che non ho fatto”, del duo di giovani registi Federico Savonitto e Ruben Monterosso, allievi del Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo. La pellicola tratta la vita dell’attore corleonese Nino Gennaro, che dagli anni ’70 in poi fu attivo nel palermitano come esponente della drammaturgia sociale. Il lavoro cinematografico è soprattutto un tentativo di riportare alla luce una figura troppo spesso dimenticata, che ebbe il coraggio di manifestare il proprio status di poeta omosessuale nel paese dei padrini, se non altro ha avuto tanto coraggio. La caratura del personaggio è stata evidenziata, lo scorso anno, dall’uscita di un libro di Daniela Gambino, dal titolo “i 10 gay che salvano l’Italia” che menziona l’attore corleonese assieme ad altri personaggi simbolo della cultura della tolleranza verso le differenze sessuali, quali Aldo Busi, Leo Gullotta, Gianni Vattimo, Anna Paola Concia, Tiziano Ferro e Nichi Vendola. Un bel comunicato di un gruppo giovanile di Corleone, a commentare questa notizia, porta il titolo ad effetto “Froci, salvate l’Italia”.
Infine un simpatico aneddoto che ha accompagnato le cronache del gelo che è calato sul nord Italia e sul nord Europa nelle ultime settimane. Si tratta del Manneken Pis, la statuetta simbolo di Bruxelles (in foto) che ritrae un bimbo nell’intento di fare pipì, a cui è stata chiusa la fontanella perché per il troppo freddo si sarebbe trasformata in ghiaccio. Quindi, per il momento rimane a secco.
Per oggi è tutto, appuntamento alla prossima settimana.
?Oltre Fiumara ? Rubrica settimanale che apre uno spiraglio tra le cinta murarie del borgo, per far passare qualche notizia fuori dal comune.?