Qualche giorno fa un signore sudanese di 47 anni è morto mentre raccoglieva pomodori in un campo a Nardò, in provincia di Lecce. Si chiamava Mohamed, la sua storia personale non si conosce con esattezza. Ma, provando ad immaginare, potrebbe essere simile a quella di tanti altri scappati da una guerra civile, arrivati in Italia attraversando il Mediterraneo in barcone, tentanto la fortuna in qualche modo per sopravvivere. Mohamed, questo è certo, ha girato l’Italia per lavorare la terra in contesti che rientrano nella categoria di caporalato. Forse però la definizione più giusta sarebbe schiavismo.
Come chiamare altrimenti un lavoro svolto in piena estate, con temperature sopra i 40 gradi, dalle 5 del mattino alle 6 della sera, a raccogliere ceste di pomodori, guadagnando tre euro e mezzo ogni 3 quintali, cioè 300 chili. Se non bastasse, il lavoro è totalmente irregolare, le condizioni sanitarie precarie e l’alloggio consiste in baracche di lamiera con una latrina condivisa da decine di lavoratori? Non so se esiste una parola più adatta di schiavismo per definire questo lavoro. Il risalto mediatico di una notizia del genere è solitamente trascurabile.
Giusto in questi giorni, il presidente della Provincia di Treviso, Leonardo Muraro, ospite di una tv locale ha detto: “Volete portare gli uomini di colore qui per bastardare la nostra razza, a me non va bene”. Incuriosito dal personaggio, ho scoperto che è stato eletto in Provincia nel 2011 con la lista “Razza Piave” e già questo mi ha sconvolto parecchio, poi sono andato ad ascoltare stralci di quella trasmissione televisiva su Rete Veneta, ed è stata un’ubriacatura di luoghi comuni stupidi come la paura che gli sbarcati siano “tutti terroristi dell’Isis”, oppure che vengano qui a rubarci il lavoro.
Adesso ce lo vedrei Muraro a lavorare nelle campagne salentine, con 42 °C, per 12 ore di fila, lontano dalla sua famiglia dalla sua casa, sfruttato da un caporale. Se è questo il lavoro che vengono a rubarci sarebbe bello che lo facesse lui allora.
Io penso invece che politici come Muraro vengano ad imbastardare l’intelligenza e la cultura italiana, abituata da millenni alla cultura del diverso, con le più grandi scuole letterarie e scientifiche, nazione piena di giovani intelligenti competenti e preparati, costretti ad emigrare o a farsi sostenere da genitori e nonni, per colpa di quelli come Muraro e del trionfo della stupidità politica.
Alla prossima settimana.
“Oltre Fiumara. Rubrica settimanale che apre uno spiraglio tra le cinta murarie del borgo, per far passare qualche notizia fuori dal comune.”