Sicuramente ricordate della famiglia Tanzi. La dinastia legata al gruppo Parmalat, allora prima azienda alimentare italiana al mondo, crollò in seguito al fallimento finanziario più famoso degli ultimi anni e con un processo che ha visto centinaia di risparmiatori opposti al patron Callisto Tanzi, incapace di parlare per la balbuzie. Mi ha incuriosito scoprire che ne è stato della famiglia parmense dopo il fallimento. Callisto atualmente è in carcere, prima dell’arresto stava per avviare una produzione di muffin; Stefano Tanzi, ex presidente del Parma calcio, è consulente per l’impiantistica di una società che si occupa di alimentare; Francesca Tanzi, sua sorella, fa la direttrice di un hotel in provincia di Padova e l’altra sorella, Laura, ogni tanto compare in società con sede in Lussemburgo o in Svizzera. Chi è rimasto davvero a lavorare nel settore alimentare è però il genero, Stefano Strini, marito di Laura, che fa il Kebabbaro nel centro di Parma. L’attività l’ha chiamata PFK (che sta per pizze, focacce e kebab) perché oltre al tipico piatto mediorientale accosta alcuni prodotti made in Italy. Davvero curioso il suo passaggio da imprenditore di successo nel settore metalmeccanico, in una società che manco a dirlo era controllata dal gruppo Parmalat a kebabbaro, però così vanno le cose nella vita e per una volta chi sbaglia paga, anche se forse la famiglia Tanzi non pagherà mai abbastanza per l’inganno che ha causato la perdita dei risparmi di tantissime famiglie. Per il momento va già bene se vendono kebab.
Tiene ancora banco in Italia il dibattito sul diritto di espressione religiosa nei luoghi pubblici. Ogni tanto esce fuori la polemica per i crocefissi nelle scuole, altre volte si parla della possibilità di vietare il velo. L’ultimo episodio, che ha fatto molto discutere, riguarda la richiesta ragionevole di una studentessa musulmana dell’Università Bicocca di Milano di poter usufruire di uno spazio per la preghiera, nel suo caso si tratterebbe di uno luogo non troppo affollato dove poter distendere il tappeto e recitare in ginocchio rivolta verso La Mecca. La Bicocca è un’università votata all’internazionalizzazione e vuole assicurare la massima pluralità, apertura e uguaglianza di trattamento ai numerosi studenti che vengono da ogni parte del mondo, portandosi dietro le proprie abitudini e la propria cultura. La richiesta della studentessa, d’altro canto, si scontra con la questione mai risolta in Italia, della laicità dei luoghi pubblici, scuole comprese, che seppur prevista dalla Costituzione ha messo a disagio un sistema culturale che è passato da una forte consapevolezza e presenza delle radici cristiane in tutti gli ambiti della cultura, alla rapida apertura al mondo e all’integrazione a cui non ci siamo mai veramente abituati. Anche questo è globalizzazione. La questione immagino rimarrà ancora irrisolta a lungo. L’Università Bicocca invece ha partorito un’ottima proposta: si tratta della volontà di aprire una “stanza del silenzio” che sia oltre che luogo di preghiera per tutte le confessioni religiose, anche occasione per chiunque volesse di fermarsi a riflettere in silenzio. Nel frattempo una docente della ragazza musulmana si è gentilmente offerta di metterle a disposizione il proprio ufficio, nelle ore in cui è impegnata con le lezioni e i laboratori.
Stavolta si può proprio dire: un bel seno prosperoso può salvare la vita. Il paragone con gli airbag in questo caso calza a pennello. La storia tragicomica riguarda una lite tra una coppia russa finita con il marito che ha accoltellato la moglie quarantenne. La signora però, circa 4 anni prima, aveva chiesto in regalo al marito un seno nuovo e lui non aveva badato a spese e dalla clinica è uscita con una quinta misura. Col tempo la relazione ha preso una brutta strada e proprio quel decolleté fuori misura le ha salvato la vita da una coltellata che, con un seno più umano, le avrebbe di certo bucato il torace. In questo caso si può proprio dire che l’airbag salva la vita.
Con questo è tutto, appuntamento alla prossima settimana.
?Oltre Fiumara ? Rubrica settimanale che apre uno spiraglio tra le cinta murarie del borgo, per far passare qualche notizia fuori dal comune.?