Dal 20 maggio all’ 1 giugno 2017 lo spazio eventi Mondadori Megastore Via Ruggero Settimo, 16 in Palermo, ospita la mostra fotografica di Michele Di Donato, curata da Vincenzo Cucco, sul tema “NON LUOGHI”.
L’inaugurazione è prevista per le ore 17,30 di sabato 20 maggio.
Presenteranno le opere ed il catalogo “Dell’ immaginario, del reale” lo Scrittore e Critico d’arte Aldo Gerbino, il Drammaturgo e Critico d’arte Piero Longo, e lo stesso Vincenzo Cucco, Resp.Settore Fotografia dell’Associazione Culturale Enzo La Grua.
Il progetto espositivo si sviluppa attraverso un percorso di 35 immagini, di grande formato realizzati in occasione di un tour di lavoro effettuato nel corso del 2015, 2016, sulla vita quotidiana delle metropoli e dei piccoli centri abitati, i contrasti e le contraddizioni della città e della provincia, gli scorci artistici, le geometrie architettoniche.
Michele Di Donato ha voluto proprio rappresentare quei luoghi anonimi, senza storia e senza futuro, ideati per una tipologia di vita frutto di una società dell’effimero.
Il titolo della mostra “non luoghi” non è casuale ma è proprio l’oggetto di ricerca dell’artista Michele Di Donato il quale, ispirandosi al concetto del termine “Non lieu” (Non luoghi) dell’etno-antropologo francese Marc Augé, ha voluto approfondire i due concetti complementari ma assolutamente distinti: da una parte quegli spazi costruiti per un fine ben specifico (solitamente di transito, trasporto, commercio, tempo libero e svago) e dall’altra il rapporto che viene a crearsi fra gli individui e quegli stessi spazi.
Un discorso fotografico ben riuscito nell’aver saputo esprimere il meglio del concetto “Non luoghi” attraverso delle atmosfere sospese e sognanti sul filo conduttore del bianco/nero che ne sottolinea l’eleganza, il fascino con tutte le sue caratteristiche. La scelta del bianco/nero quindi, senza alcuna distrazione di improbabili accostamenti cromatici, molto appropriata, permette all’osservatore di cogliere e percepire sensazioni particolari che diversamente sarebbero sfuggite.
Vincenzo Cucco