[lavoceweb.com] Montano le reazioni, cresce la rabbia, si preparano manifestazioni clamorose di protesta. Non solo Cefalù ma l’intero comprensorio si sta mobilitando per difendere il punto nascite cancellato dal piano sanitario regionale e da un provvedimento dell’assessore alla salute Lucia Borsellino.
L’unico criterio seguito è quello del numero dei parti nel 2014: sono di poco inferiori al tetto minimo di 500 che la legge nazionale fissa per il mantenimento di un centro nascite.
“Ma i parametri e i freddi numeri non possono decidere le sorti di un territorio né incidere sulla salute dei cittadini” reagisce Magda Culotta sindaco di Pollina e deputato nazionale del Pd. “La politica – dice – non può e non deve basarsi solo su fredde statistiche da cui deriva l’apertura o la chiusura di un reparto o di una struttura sanitaria”.
“Quello di Cefalù – aggiunge – è un presidio troppo importante per la comunità delle Madonie, ma anche per numerosi centri del Messinese e della Sicilia centro-occidentale. Per questo ho intenzione di continuare a seguire la questione direttamente sia da sindaco che da deputato”.
A difesa del centro è intervenuta anche Edy Tamajo, deputato regionale del Pdr (Patto dei democaratici per le riforme). “La chiudura del centro di Cefalù – dice – creerebbe un disagio non indifferente agli abitanti delle comunità interessate. Ci sono centri montani, come San Mauro Castelverde, molto distanti dal primo ospedale potenzialmente raggiungibile che verranno fortemente penalizzati”. Pur sforzandosi di comprendere le logiche di spending review, ritiene opportuno “agire in difesa del territorio madonita” e chiede, come aveva già fatto il sindaco Rosario Lapunzina, che la decisione sia rivista.
Molto forte e decisa è anche la reazione dei segretari dei nove circoli del Pd del comprensorio: Cefalù, Castelbuono, Collesano, Campofelice di Rocella, Pollina, Gratteri, Lascari, San Mauro Castelverde.
“La chiusura del centro nascite di Cefalù – dicono in un documento comune – rappresenta un atto politico-amministrativo di estrema gravità, inaccettabile per la comunità cefaludese e madonita. Già dal 2011 viene annunciato tale provvedimento, scongiurato finora da un regime di proroga determinato anche dalle azioni legali che le amministrazioni comunali del distretto 33 hanno intrapreso. Il punto nascite può vantare alti e qualificati livelli di professionalità, un numero di parti annuali sensibilmente vicino alla fatidica soglia 500 e un trend positivo che lascia ben sperare per il superamento di tale soglia nel 2015”.
E aggiungono: “Inoltre, di non secondaria importanza per la sicurezza di partorienti e nascituri è la collocazione geografico-territoriale dell’ospedale di Cefalù, certamente più facilmente raggiungibile per distanza chilometrica rispetto a quello di Termini Imerese dai paesi del comprensorio madonita. Non si comprende, inoltre, come la sostanzialmente piccola struttura di Termini Imerese possa in futuro far fronte a un così considerevole aumento di parti, senza che il sovraffollamento possa comportare rischi per la salute di mamme e neonati ben maggiori di quelli che si vorrebbero evitare con la chiusura del centro nascite di Cefalù”.
I segretari del Pd incoraggiamo perciò i sindaci del distretto 33 a continuare a portare avanti tutte le iniziative legali e politiche per “far sospendere e ritirare il decreto di chiusura del centro nascite di Cefalù”. Invitano poi l’assessore Borsellino e il presidente Rosario Crocetta a “prendere atto delle evidenti ragioni che giustificano pienamente l’esistenza del centro nascite di Cefalù, prevedendo piuttosto un investimento finalizzato al potenziamento della struttura con un reparto di terapia intensiva neonatale”.
Sottoscrivono infine un appello agli stessi parlamentari del Pd perché si facciano carico “di questo fortissimo sentimento di ingiustizia, largamente condiviso dai cittadini delle comunità interessate, intraprendendo iniziative politiche e parlamentari che possano condurre ad un ripensamento di una scelta sbagliata”.
I segretari del Pd propongono anche ai consiglieri comunali del Pd presenti nei 9 comuni del distretto 33 di invitare i presidenti dei rispettivi consigli comunali a convocare con sollecitudine una seduta congiunta da tenersi a Cefalù in luogo pubblico, “preferibilmente presso il piazzale esterno dell’ospedale Giglio”.