La Madonna del Frassino. Storia di un’antica apparizione sacra

Abbiamo appreso per caso di un’altra storia “miracolosa” attribuibile al frassino. Stavolta non si tratta infatti della manna, già di per sé presente nella Bibbia anche se per semplice omonimia, né è qualcosa direttamente connessa al nostro territorio. E’ però è una storia molto affascinate di un’apparizione sacra che interessa la località di Peschiera sul Garda, in provincia di Verona, e che è alla base dell’edificazione dello splendido Santuario della Madonna del Frassino, “vera perla preziosa incastonata in questo splendido territorio veronese” (Mons. Nicora, già Vescovo di Verona).
Ve la riportiamo di seguito, come appreso dalla nostra fonte.

 

11 Maggio 1510
afrassinoSu questo paesaggio desolato, poderi devastati, casolari bruciati, boscaglia aggressiva che ricopre ogni giorno di più le fertili terre, sopravissuti stremati…” La Madonna, Consolatrice degli Afflitti ‘risponde alle invocazioni e al pianto dei nostri antichi padri ed è venuta a portare la gioia e la pace’.
Ecco quanto scrive P. Bartolomeo Spiciani da Monzambano: “allì 11 di maggio dell’anno 1510 mentre un contadino stava in campagna nella contrada della Pigna ad acconciar le viti, scorgendo quivi poco lontano uno spaventoso serpe, restò per timore, come privo di sensi. Onde alzando gli occhi al cielo, ed alla Vergine Santissima sua Avvocata, raccomandandosi vidde quivi fra le verdeggianti fronde di un Frassine la di lei figura; avanti la quale genuflesso, scacciato ogni timore, anzi pieno di gran consolazione rese le dovute grazie, si levò in piedi, e fatto ardito, ed accostatosi al Frassine, stese la mano, la levò di quivi, e tutto giubilante, se la portò a casa, e fattala vedere ai suoi domestici, la pose sotto chiave in una cassa, volendo egli solo essere il custode del acquistato Tesoro”. Ma la piccola statua della Madonna ritornò sulla pianta del frassino.
L’immagine della Madonna viene portata nella Chiesa della Disciplina per essere custodita, ma ancora ritorna sulla pianta del Frassino, e da qui, come un grande fiume, continua a diffondere il suo amore di Madre.


La Vergine lo aveva salvato
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Quella sera, con il cuore gonfio di gioia, tornò a casa con la Statuetta della Madonna stretta fra le mani come il suo più grande tesoro. Il Broglia, rientrato in casa, mostrò ai familiari, pieni di meraviglia, la Statuetta e raccontò loro ciò che gli era accaduto quel mattino sul campo. Custode geloso del « suo tesoro », perché non venisse rubato, lo rinchiuse in un robusto cassettone. Ma il fatto sensazionale si diffuse improvvisamente nelle contrade e nella città. Tutti vogliono vedere, ammirare la «Madonnina» che l’aveva salvato. Bartolomeo, che non sa resistere alle pressanti richieste, si decide di mostrare il «suo tesoro». Apre il cassettone dov’era nascosta l’Immagine… Ma la Statuetta non c’è più! Si narra che il contadino sia corso al suo campo per rivedere il frassino del prodigio… La Statuetta della sua Madonna era ritornata là…

afrassino4Tre sono gli aspetti caratteristici dell’Apparizione della Madonna al Frassino.

«Non so se l’avete notato, é una Madonna silenziosa, non ha detto una parola sola. Lei tace: l’umiltà del suo silenzio. Poi avete notato che quasi quasi voi ed io siamo presi da un certo stupore, perché cerchiamo un’immagine della Madonna e ci troviamo dinanzi ad una piccola statua, ma così piccola: è l’umiltà della sua piccolezza, di Lei che sempre amò chiamarsi Piccola. E poi ancora questo strano fatto:l’immagine scompare e si trova là soltanto dove è apparsa la prima volta: l’umiltà di essere nelle mani di Dio che la colloca là dove Egli vuole.. . Maria nel suo silenzio, ci rimanda alla parola della Scrittura santa e ci rimanda al Figlio suo che ha parlato sì con le labbra, ma che ha parlato ancora più eloquentemente donando se stesso sulla croce… Anche tu non cercare mai di essere grande, rimani piccolo, resta così. Il Signore poi ti farà crescere, sarà il suo amore che ti farà grande, sarà il suo amore che ti darà prestigio, perché sei suo figlio. Ma non dimenticare che devi essere piccolo»
(da un’omelia di Mons. Eugenio Ravignani, attuale Vescovo di Trieste, tenuta l’11-5-1990).