[Pubblichiamo di seguito l’editoriale di Mario Macaluso, direttore di Cefalunews.net, in cui – con la dovuta amarezza – si denunciano le responsabilità della politica locale nella chiusura – oramai certa – del punto nascite di Cefalù. Ci uniamo al rammarico del direttore Macaluso e – pur non vivendo direttamente la comunità cefaludese – siamo portati a concordare con la sua tesi.] Dal primo maggio non nascerà più nessuno a Cefalù perchè il centro nascite chiude definitivamente il 30 aprile. Per la nostra città è una pesante sconfitta. Vanno analizzate le cause se non vogliamo assistere alla chiusura di altri servizi dell’ospedale cefaludese o di altri pezzi importanti della città.
A mio modestissimo avviso la responsabilità di quanto accade a Cefalù, da qualche tempo, è di quella «politica dell’odio» che da alcuni anni viene portata avanti con il solo obiettivo di distruggere e fare fuori, con ogni mezzo, quanti la pensano diversamente. Questa politica dell’odio, a mio modestissimo avviso, ha isolato la nostra città dal territorio finendo coll’emarginare la comunità cefaludese nelle scelte politiche che si fanno a livello regionale e nazionale.
Il centro nascite chiude, sempre a mio modestissimo avviso, perchè Cefalù oggi non ha alcun peso politico a livello regionale. La nostra città, insomma, oggi non conta più come nel passato. Per questo ci si può permettere di chiudere il tribunale, l’agenzia delle entrate e il centro nascite. Di questo passo presto da Cefalù spariranno altri servizi importanti.
I responsabili della chiusura del centro nascite cefaludese non operano a Roma e Palermo. I veri responsabili vivono a Cefalù. Il centro nascite cefaludese chiude, infatti, per il silenzio assordante che si è imposto alla città in questi anni nonostante si sapesse che per non avere raggiunto 500 parti sarebbe stato soppresso. Il silenzio ha portato via il centro nascite e chi lo ha imposto oggi dovrebbe trovare il coraggio politico delle dimissioni. Il punto nascite chiude perchè i nostri amministratori hanno continuato a fare silenzio di fronte al recente decreto dell’assessorato regionale alla salute, datato 23 gennaio, che per l’ospedale di Cefalù prevede la chiusura del reparto di ostetricia e ginecologia. Il centro nascite chiude, insomma, perchè da alcuni anni a Cefalù certa politica ha imposto il silenzio a tutti e su tutto. E’ stato questo silenzio che ci ha portato via il Centro nascite.
Torneranno a nascere bambini e bambine a Cefalù? Personalmente me lo auguro. Occorre anzitutto rompere il muro di silenzio che si vuole imporre alla città, all’informazione, a chi la pensa diversamente, a chi non accetta il clima politico dell’odio che si respira oggi a Cefalù. Bisogna tornare a far politica nel dialogo, rispettando chi la pensa diversamente e creando luoghi di libertà e di trasparenza per i cittadini. A quel punto occorre dimostrare, con dati alla mano, che il centro nascite cefaludese serve un territorio difficile in fatto di collegamenti stradali. Una volta dimostrato tutto questo occorre che i consigli comunali, di tutto il comprensorio, chiedano una deroga, così come è accaduto per altri centri nascite siciliani. I consigli comunali del territorio e non solamente quello cefaludese. E per loro conto i sindaci del comprensorio, tutti i primi cittadini con nessuno in testa.