Cari amici e concittadini. Oggi voglio partire affrontando un argomento più “delocalizzato”. Il nostro paese (Italia) come sapete sta affrontando uno dei periodi più bui della storia contemporanea. Eventi che riecheggiano nella mia memoria, collegati a fatti di cui avevo solo letto nei testi scolastici. Ed invece oggi li sto vivendo, fortunatamente non in prima persona, per gli eventi più gravi, come soggetto contemporaneo. Oramai grazie a mezzi d’informazione evoluti, come la TV, ma soprattutto internet e i social network si “condivide” tutto in tempo reale. Ed oggi la mia premessa vuole essere legata a ciò che sta accadendo in Emilia Romagna. Luogo in cui la nostra tanto “sfruttata” terra, sta dando prova di essere viva ed in continua evoluzione. Ma tutto ciò avviene, purtroppo a discapito dei suoi “inquilini”. Purtroppo il nostro paese sta subendo tante ferite che lasceranno un segno nel tempo. Non voglio addentrarmi nelle critiche facili, dello sfruttamento della natura o quant’altro. Ma certo una domanda me la faccio come credo tutti se la siano fatta. Come sia possibile che a causa di questi eventi, purtroppo imprevedibili, ma che diversamente di altri eventi precedenti, (quanto meno non abbiamo assistito all’impreparazione intempestiva degli aiuti) troppo spesso si sente dire che le prime strutture a cadere non sono magari tutti gli edifici antichi, eretti secoli addietro, ma nuovissime strutture, che dovrebbero essere costruite con tutti i sistemi innovativi antisismici. E invece cadono scuole di nuova fattura, capannoni industriali, ospedali costruiti da poco. Non voglio fare il moralista, ma poi dalle indagini si viene a scoprire che gli stessi costruttori “alle 3:32, ridevano!”, perché ciò che crolla, loro l’avrebbero potuto costruire. Come dice il salmo 126:
“Se il Signore non costruisce la casa, invano faticano i costruttori. Se il Signore non custodisce la città, invano la veglia il custode. Se costruire sulla roccia, diversamente dalla sabbia ossia secondo la volontà di Dio, ha lo svantaggio di essere un lavoro lungo, impegnativo e faticoso, ha però il vantaggio di realizzare una costruzione solida, capace di resistere all’imperversare delle più violente intemperie; chi vi abita può stare sicuro, la costruzione è garantita contro ogni possibile disastro”.
Io ripeto non voglio fare il moralista. Ma troppe volte invece delle risate, abbiamo visto le lacrime, ma adesso dico “BASTA!!!”. Io vorrei suggerire anche qui a Castelbuono, un paese che si trova tra le zone ad alto rischio sismico, se ci sia la possibilità, in primis, di avere la certezza che le nuove strutture vengano costruite, (ma certamente sarà così) seguendo, ove sia possibile, i nuovi criteri anti sismici, che esistono e addirittura ci sono brevetti italiani (http://www.geologi.info/Case-pi-sicure-brevetto-italiano-_eventi_x_923.html). Come anche naturalmente spero che le nuove case verranno costruite secondo criteri di basso impatto ambientale e soprattutto energetico. Poiché le vecchie case disperdono tantissima energia, che diversamente potrebbe essere conservata e utilizzata, grazie alle nuove tecnologie costruttive.
Inoltre mi piacerebbe chiedere se è mai stato fatto un censimento, o se mai si potrebbe fare, sulle strutture esistenti, soprattutto di interesse pubblico e artistico, a Castelbuono. Uno su tutti il nostro Castello. Lo so che magari sull’onda emotiva può sembrare una proposta superflua, ma si dice che “del senno di poi son piene le fosse”. Io la butto lì, come sempre. Poi se questa o qualsiasi amministrazione vorrà coglierla, qualora ci fossero le risorse, che ben venga.
Alla prossima!
Come sempre, con tutto l’affetto che ho
umilmente vostro
Il Grillo Castelbuonese*
* Estratto da “La Terra trema” del mio Blog Il Grillo Castelbuonese