Nei giorni in cui si celebra l’avvento di Italo, la nuova compagnia ferroviaria privata, tutta italiana (con i convogli acquistati dalla francese Alstom … sigh!), con alla guida Montezemolo, si assiste alla triste cessazione della tratta Palermo-Torino. Il cosiddetto “diretto del sole” chiuderà i battenti dopo 57 anni di su e giù per lo stivale, dopo essersi portato dietro i pianti e gli strazi dell’addio alla propria terra, la gioie e gli abbracci dei ritorni a casa per i giorni di festa. Chi ha già fatto un lungo viaggio in treno è consapevole del fascino dell’esperienza di passare ore dentro una carrozza, condividendo discorsi, racconti, di gente spesso semplice che non teme di rivolgere la parola al vicino di posto o di offrirgli un po’ del cibo da viaggio preparato con tanta cura. Il treno per me rimane uno di quei luoghi magici dove la vita si ferma e torna decine di anni indietro, si mischiano le culture, gli sguardi, le vite e non puoi fare a meno di restarne avvinghiato. Si tratta di un ritorno al passato perché sul treno il tempo non esiste, si sa quanto approssimativamente possa durare la corsa, ma non si ha alcun potere decisionale in merito; il sogno termina quando, posando il piede sulla terra ferma, si ritorna ai pensieri, alle preoccupazioni e alla solita fretta. Così, proprio nell’anno del centocinquantesimo anniversario dell’unità, il treno che univa le due italie, che portava alle fabbriche del nord gli operai del sud, per il magico connubio protagonista del boom economico, verrà soppresso e in questi giorni effettuerà la sua ultima corsa. Con lui andranno persi tanti ricordi e un bel pezzo di storia del bel paese. Riposi in pace.
E’ tempo di crisi per tutti, e lo è anche per gli impeccabili paesi scandinavi. Ma ognuno vive a modo proprio la crisi. In Norvegia, ad esempio, il problema più grande che il governo sta affrontando è la mancanza di burro. A noi sembrerebbe un fatto di poco conto, ma in Norvegia rischia di rovinare i pranzi di Natale di un intero paese, perché il burro è alla base di tutte le ricette di una dieta ricca di grassi e a basso contenuto di carboidrati, che ha riscosso un grande successo tra i norvegesi. Di pari passo ad un insolito aumento della domanda, vi è stato un calo dell’offerta per una stagione delle piogge molto prolungata che ha drasticamente ridotto il foraggio per nutrire i bovini e quindi la produzione di latte. Negli scorsi mesi il prezzo è via via aumentato, fin quando gli scaffali si sono completamente svuotati e il burro è diventato un bene di lusso assolutamente introvabile. Oltre a questo, nel periodo natalizio si intensifica la produzione di dolcetti e biscottini, tutti a base di burro e panna e i norvegesi, spazientiti, sono arrivati al punto di acquistare online forme di burro per prezzi esorbitanti, fino a 60 ? al panetto. L’unica misura annunciata dal governo è l’abbassamento dei dazi doganali per il solo mese Dicembre, che finora erano talmente elevati da impedire qualsiasi importazione. Probabilmente è colpa dell’eccessivo protezionismo, per la concessione del monopolio del burro all’unica cooperativa nazionale. Ancora comunque in Norvegia di burro non se ne vede e, se in pochi giorni la questione non viene risolta, le famiglie saranno costrette a rivedere i piani e le ricette per i pranzi festivi.
All’Università La Sapienza di Roma, facoltà di Giurisprudenza, uno studente particolarmente brillante, ha sostenuto tutti gli esami in soli 24 mesi, terminando il ciclo di studi con due anni di anticipo. Talaltro c’è riuscito mantenendo un’ottima media, 28.48. Ma, con suo grande stupore, ha scoperto che per laurearsi deve comunque attendere un anno e quindi non è servito a niente anticipare i tempi. A tal proposito, il regolamento interno dice che è possibile laurearsi con al massimo un anno di anticipo e il rettore conferma dicendo che anche volendo è impossibile laurearsi in due anni per l’obbligo di frequenza dei corsi. Quindi, dato l’elevato numero dei laureandi in legge, è sicuramente sfuggito ai controlli sulle presenze e adesso non gli resta che attendere. Il ventunenne Luca Pompei, d’altro canto, non vuole accettare questa decisione e ha fatto ricorso, dichiarandosi deluso da un sistema che anziché elogiare e premiare gli studenti virtuosi, gli mette i bastoni fra le ruote. Nel frattempo, potrei consigliargli di non prendersela troppo con il mondo, che si faccia un bel viaggio, si prenda un anno sabbatico o si trovi un impiego, un hobby.
Per oggi è tutto, ricollegatevi la settimana prossima.
?Oltre Fiumara ? Rubrica settimanale che apre uno spiraglio tra le cinta murarie del borgo, per far passare qualche notizia fuori dal comune.?