Nel distretto nuova Carboneria. Lo sfogo del sindaco Di Martino

[LAVOCEWEB] Il distretto turistico Cefalù-Madonie-Himera è manovrato da una nuova Carboneria. L’affermazione, durissima, non arriva da parte privata. Per la prima volta è un esponente della parte pubblica a prendere manifestamente posizione a favore del presidente Angelo Micciché per additare la gestione della Sosvima che, dal suo punto di vista, ha annullato la vera partecipazione. Si tratta del sindaco di Castellana, Giuseppe Di Martino, che ha rilasciato a La Voce un’intervista al vetriolo dove racconta come la società di sviluppo delle Madonie, che lui stesso ha contribuito a fondare, abbia disatteso al proprio ruolo e sia diventata un ente di potere e non luogo di opportunità.

“Tutta la vicenda relativa al distretto rischia di finire nel gossip – spiega Di Martino – e questo dipende essenzialmente dalla degenerazione delle amministrazioni locali che non tengono più fede al patto di responsabilità che dovrebbero garantire ai cittadini. Il prezzo che oggi si sta pagando è molto alto. Sosvima e Gal sono nati come strumenti di ausilio alla programmazione territoriale, ma negli anni si sono trasformati negli unici attori che determinano la programmazione stessa. Questo, ovviamente, perché le amministrazioni si limitano a prendere atto di scelte già fatte e non cercano più di partecipare, o per lassismo o per incapacità, o per tornaconto. Il cda del distretto è al momento eterodiretto da un piccolo gruppo che ha condizionato e condiziona tanti operatori e pseudopolitici che continuano a riempirsi la bocca della parola ‘sviluppo’ in un territorio sempre più in coma, completamente emarginato dai moderni sistemi di programmazione. Oltre alle responsabilità della politica, sono convinto che vi sia una responsabilità ben più grave in capo ai soggetti privati che, per tornaconti di corto respiro, restano a rimorchio di chi opera con criteri e metodi che si possono ricondurre a una cultura improntata al falso coinvolgimento e a metodi ‘carbonari’, appannaggio di pochi”. E continua: “Il ruolo attivo delle amministrazioni è stato cancellato, mentre i privati non appena ottengono un finanziamento ed entrano nel ‘cerchio magico’ abbandonano ogni senso critico. Personalmente ho preso parte al distretto nel 2012 ma non ci è voluto molto a capire che al suo interno non vi fosse alcuna possibilità di confronto. Il distretto è fallito prima di nascere. Non si è mai programmato nulla. Abbiamo perso tutti i treni, e come se non bastasse abbiamo assistito a fatti vergognosi, come riunioni ristrette di cui nessuno stabiliva la partecipazione di chi, uno statuto presentato al notaio con articoli diversi da quelli votati dall’assemblea, firme false sui documenti e molto altro. Se si volesse salvare il salvabile, l’unica strada da seguire sarebbe fermare questa macchina malata e tornare ai consigli per riformulare lo statuto. Ma se i sindaci non tornano alla loro vocazione, se non smettono di seguire solo i fini elettoralistici e non ricordano di essere al servizio dei cittadini, non si potrà fare nulla. Siamo un’otre che, finora, ha solo ingoiato quello che altri hanno versato dentro. Non è detto che tutto sia perduto. Se gli operatori onesti e volenterosi resteranno nel distretto e sentiranno di non essere soli, si potranno trovare strade nuove contro questi novelli spartitori d’acqua”.

28.03.2014
Paola Castiglia