Primarie PD. Anche Rosa Maria Di Giorgi a sostegno di Teresa Piccione

Dopo Orazio Cancila ed altri, in vista delle Primarie PD in Sicilia del 16 Dicembre, anche Rosa Maria Di Giorgi, deputata del Partito Democratico di origini castelbuonesi, dichiara il suo sostegno a Teresa Piccione. Nel far ciò, l’onorevole Di Giorgi ci ha fatto pervenire le ragioni alla base del suo sostegno e alcune riflessioni sul quadro complessivo della situazione politica attuale, dall’operato del governo gialloverde alla crisi che sta attraversando il PD.

In Sicilia c’è bisogno di rinnovamento. Il PD attraversa una grande crisi, ma guai a pensare che sia impossibile rinnovarsi e cambiare quei metodi e quella selezione della classe dirigente che ci ha allontanato dalla gente. Ci sta provando Teresa Piccione a dare una svolta. Una donna esperta, seria, credibile. Ho avuto modo di conoscerla nella sua attività di parlamentare e ne ho apprezzato la competenza e l’affidabilità. E anche la capacità di risolvere i problemi. Una caratteristica propria delle donne.

Ha l’idea di partito che io condivido: un partito che cura le persone, le valorizza, contro i personalismi e la leggerezza sui problemi. Il sociale innanzitutto e l’attenzione agli ultimi, accanto a una forte idea di sviluppo sostenibile e di rispetto dell’ambiente. Una persona che può muoversi a tutto tondo nel difficile contesto della politica siciliana forte del sostegno dei cittadini attenti allo sviluppo, del mondo del volontariato sociale, del mondo della scuola (cui appartiene) e dell’Università e della ricerca, dei professionisti e di donne e uomini della cultura. Un candidato completo che potrà far tornare il Pd siciliano ad essere protagonista.

Facendo invece riferimento al quadro nazionale, la deputata PD non ha risparmiato parole dure sull’operato dell’attuale governo gialloverde, definendolo “un disastro assoluto”:

Un governo improvvisato e senza strategia che tenta di rispondere alle promesse elettorali che ha fatto in termini di abbattimento delle tasse, prepensionamenti e reddito di cittadinanza che si trova a fare conti che non tornano, con un ministro dell’economia perennemente sull’orlo di una crisi di nervi. Intanto si fermano gli investimenti, si attaccano i diritti fondamentali delle persone, ci si caratterizza come razzisti con un decreto sicurezza irresponsabile e ci si schiera tra i paesi più reazionari d’Europa. Un vero disastro. Con Salvini che imperversa e l’anima di destra di 5 stelle che si afferma su coloro tra i grillini che invece avevano in sé qualche residuo di cd. sinistra, per lo meno sui diritti delle persone…
Un disastro assoluto.

Nessun investimento credibile in cultura, scuola, università, ricerca … grandi infrastrutture e lavori pubblici diffusi sul territorio fermi perché ogni briciola va sull’impossibile da attuare reddito di cittadinanza. Stare in Commissione bilancio e vedere rifiutare tutti, dico tutti gli emendamenti, anche ovviamente condivisibili, per “raccattare” denari da destinare alla quota 100 o al reddito è francamente qualcosa di mai visto. Mai le opposizioni furono più umiliate.

Il pd sta combattendo con tutte le forze in Parlamento per opporsi a tutto ciò ed è davvero ingiusto leggere dai giornali che l’opposizione non esiste. Si guardino i nostri interventi. Si leggano i nostri emendamenti bocciati. E soprattutto ci si svegli dal torpore in cui sembra caduta l’Italia.

La deputata non ha usato giri di parole nemmeno per parlare della crisi interna al Partito Democratico e delle difficoltà che lo attendono. Sottolineando l’esigenza di un cambiamento deciso.

Bisogna dare fiducia al Pd, unico presidio di democrazia. Un PD forte vincerà di nuovo. Ma un Pd che deve cambiare.

In questo momento delicatissimo per la democrazia, l’unica cosa che come Partito Democratico non possiamo permetterci è la mancanza di chiarezza. Nei confronti del Paese innanzitutto, ed anche di quella vasta platea di militanti che, con dedizione, si stanno impegnando affinché il partito svolga finalmente quel congresso atteso da mesi.

Non si può stare in una comunità disinteressandosi di quello che accade. Il congresso è un momento centrale nella vita di un partito. Già è grave averlo spostato di mese in mese per un anno, forse puntando a non farlo svolgere. Altrettanto preoccupante è dire che non interessa, e che dobbiamo occuparci di fare opposizione: sono piani diversi e le carte non vanno confuse. C’è davvero un progetto per scardinare il Pd da dentro? Se fosse così sarebbe gravissimo: ci aspettiamo su questo massima chiarezza, per rispetto di chi lavora per rafforzare il Partito Democratico e riportarlo al centro della scena politica.

Proprio in luce di tutto ciò, la Di Giorgi ribadisce il proprio sostegno a Nicola Zingaretti.

Io mi sono schierata con Nicola Zingaretti proprio perché credo nel Pd, oggi più di ieri, e sento forte la necessità che l’opposizione al governo gialloverde trovi proprio nel nostro partito un punto di riferimento chiaro e coeso. Chi non ha più voglia di condividere questo cammino collettivo, fatto di idee e non di personalismi, deve trovare il coraggio di riconoscerlo a sé e agli altri. Trascinare oltre una situazione di incertezza, non è utile a nessuno. E, soprattutto, non è utile al Paese.