Pubblicità, appalti d’oro e grandi affari così la Regione ha spartito 160 milioni

[PALERMO.REPUBBLICA.IT]

Ecco chi ha vinto le gare per comunicazione e campagne di promozione bandite da Palazzo d’Orleans tra il 2009 e il 2011. Ed ecco i legami delle società che hanno ottenuto la maggior parte dei finanziamenti con il manager al centro delle inchieste giudiziare, Fausto Giacchetto

UN FIUME di denaro messo in circolo in soli due anni dalla Regione sotto la voce “pubblicità” per promuovere il turismo, la sicurezza stradale, la pesca o l’agricoltura dell’Isola. Tra il 2010 e il 2011 per le gare di comunicazione sono stati spesi cento milioni di euro, più altri sessanta per la realizzazione dei “grandi eventi”. E in molti di questi appalti compare l’impronta dei burocrati, delle società e del manager al centro dell’inchiesta su gare truccate e regalie ai politici. Inchiesta che punta il dito sul “sistema” che sarebbe stato messo in piedi per accaparrarsi parte di questo tesoretto messo a disposizione da Palazzo d’Orleans grazie ai fondi di Bruxelles: il cosiddetto “sistema di Fausto Giacchetto”, come scrivono i magistrati della Procura di Palermo, che hanno alzato il velo al momento solo sulle gare per comunicazione bandite dal Ciapi e dal dipartimento Turismo per alcuni Grandi eventi, come il “Sicilian ladies open golf” o il “Taormina fashion awards”. Un sistema che prevedeva bandi su misura, costi gonfiati e una scelta arbitraria sui giornali nei quali fare le campagne.
Gli appalti sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti riguardano un importo complessivo di circa otto milioni di euro. Ma quante gare, negli stessi anni, ha bandito la Regione per comunicazione attraverso assessorati e dipartimenti? Quali le società che le hanno vinte? Chi si è spartito questa torta milionaria e in quali media è stata fatta poi la pubblicità?

LE GRANDI GARE
La sorgente più rilevante del fiume di denaro arriva dal Turismo. Tra il 2010 e il 2011 il dipartimento di via Notarbartolo bandisce due gare. La prima ha un valore base di 9,1 milioni, ma tra servizi complementari e “ripetizioni di servizi analoghi” arriva a quota 24 milioni. Il contratto riguarda “forniture per la progettazione di una compagna di comunicazione integrata per la promozione turistica della Sicilia a supporto del calendario regionale delle manifestazioni di grande richiamo turistico “. I soldi arrivano dal programma europeo Fesr, e ad aggiudicarsi la gara è un raggruppamento di imprese che in prima battuta si spartisce l’appalto base: 4,5 milioni vanno alla Mediacom Italia srl, 3,3 milioni al Gruppo Moccia e 1,7 milioni alla Ab comunicazioni.
Dalle carte dell’indagine sui Grandi eventi, emerge che tutte hanno avuto legami con Giacchetto. “Nell’ambito di tale gara  –  scrivono ad esempio i magistrati  –  il Gruppo Moccia alla Media center & management (società formalmente intestate a terzi ma riconducibili a Giacchetto) ha chiesto servizi per un valore di circa 260 mila euro nell’anno 2010, per circa 500 mila euro nell’anno 2011 e per circa 480 mila euro nell’anno 2012”. Ma c’è di più: “Per l’intensità dei rapporti che li legano a Giacchetto si segnalano Ab comunicazioni e il Gruppo Moccia e, a conferma di come tali società siano ormai “radicate” in Sicilia, si evidenzia che le stesse hanno tutte stabilito una sede operativa a Palermo e nel caso della Ab comunicazioni addirittura coincidente con lo studio di Giacchetto”.
Nel dettaglio, la Ab comunicazioni è un colosso del settore, che ha vinto appalti anche in Lombardia e nel Lazio. Il suo patron, Andrea Bertoletti, ai magistrati palermitani spiega così i suoi rapporti con Giacchetto: “La Società Ab comunicazioni è un’agenzia che opera da circa 16 anni su buona parte del territorio nazionale. Ho iniziato a operare in Sicilia dopo avere conosciuto Giacchetto che mi fu presentato dall’onorevole Pippo Scalia, quest’ultimo conosciuto a Roma per il tramite di un mio amico. Praticamente, dopo avere conosciuto Giacchetto, questi iniziò a propormi la partecipazione ad alcuni bandi di gara. Preciso che le attività di Ab in Sicilia sono sempre state seguite “direttamente ” dal Giacchetto”. Insomma, dietro questa gara milionaria c’è il manager agli arresti domiciliari. Ma come sono andate le cose nella seconda gara, bandita sempre dal Turismo?
Questa volta l’oggetto del bando è un contratto per la promozione turistica generale della Sicilia. L’importo del contratto base è di 13,8 milioni di euro, che con “ripetizioni” e “servizi complementari” diventano 34,6 milioni. A vincere, anche in questo caso, è un raggruppamento di imprese che si divide così il contratto base: 6,5 milioni vanno alla Maxus, 5,8 milioni alla Space, 900 mila euro a La Sicilia multimedia, 277 mila euro alla Conform, 150 mila alla Kinetic e 150 mila euro alla Key 75.
A chi fanno riferimento queste società? La Space ha sede a Milano ma è riconducibile a due imprenditori palermitani che gestiscono gli spazi pubblicitari all’aperto: Dario Mirri e Gaspare Alessi. La Sicilia multimedia è del gruppo della famiglia Ciancio, la Key 75 fa riferimento a Valeria Aiello, moglie dell’ex manager di Banca Nuova Francesco Maiolini, la Conform e la Kinetic sono società milanesi che, come scrivono i magistrati nell’ordinanza sui Grandi eventi, avevano avuto “partnership” con Giacchetto. Sempre lui. Su tutta questa gara ha acceso i riflettori il governo Crocetta, che ha sospeso le procedure, ma non c’è alcuna indagine della magistratura.
Tre di queste società hanno vinto poi un’altra gara da 2,6 milioni, anche questa non soggetta ad alcuna indagine della magistratura, per una campagna per “la promozione della sicurezza stradale”: si tratta della Space, de La Sicilia Multimedia e della Key 75. Il risultato è che insieme ad Ab comunicazioni e a Moccia, la Space è una delle società che hanno vinto più gare, per un importo complessivo di 7,9 milioni di euro. Anche La Sicilia multimedia non va male, con 1,5 milioni di euro.

GLI APPALTI PER LA PESCA
Le grandi gare bandite dai rami dell’amministrazione regionale non finiscono qui. Nel gennaio 2010 la Regione firma un contratto da 4,1 milioni di euro per un “piano d’informazione ” sulle attività del Fondo sociale europeo. A vincere è un raggruppamento di imprese composto da Gruppo Moccia (che incassa 1,4 milioni di euro), Mixmedia (1,4 milioni), Armando Testa (82 mila euro), Carat Italia (744 mila euro) e Novamedia (496 mila euro). Di questa gara, non oggetto di alcuna indagine, si accenna soltanto nell’ordinanza sui Grandi eventi, mentre di un altra gara, quella della Pesca, si fa menzione nell’indagine sul Ciapi.
Il dipartimento Pesca, nel marzo 2011, firma un contratto da 2,3 milioni di euro con i vincitori della gara, la Ab comunicazioni (che incassa 1,8 milioni di euro) e la General service (545 mila euro). Della prima società e dei suoi rapporti con Giacchetto si è già detto. Sulla General service dell’imprenditore Luciano Muratore si dilungano molto i magistrati che hanno scritto l’ordinanza sul “sistema Giacchetto” al Ciapi, ricostruendo i rapporti professionali tra Muratore e Giacchetto. Secondo un collaboratore dello stesso Giacchetto, grazie ai buoni uffici con l’ex dirigente della Pesca Gianmaria Sparma, al momento in arresto, il manager si sarebbe aggiudicato la gara della Pesca “tramite la Ab comunicazioni e la General service”.
Altre gare bandite dalla Regione, e non soggette ad alcuna inchiesta, sono quelle che riguardano la comunicazione del programma a valere sui fondi europei “Giovani protagonisti di sé e del territorio”: gara da 2,3 milioni di euro vinta dalla Ab comunicazioni e ancora in corso di esecuzione. Spulciando il grande libro mastro della pubblicità pagata dalla Regione, saltano agli occhi altre gare: come quella per la “promozione del Fesr 2007-12013”, vinta per un importo da 2,3 milioni di euro dalla Lowe Pirella Fronzoni e quella per “servizi di pubblicità e marketing” del Programma di sviluppo rurale, vinta in via provvisoria dalla Pomilio Blumm per 2,4 milioni di euro.

LE PROVVIGIONI D’ORO
Queste sono tutte le grandi gare bandite dalla Regione tra il 2010 e il 2011, gli anni d’oro della comunicazione che hanno messo in circolo 100 milioni di euro, ai quali occorre aggiungere i 60 milioni per gli appalti sui mega-eventi che spesso vedono vincitori tra i raggruppamenti d’impresa le stesse aziende che hanno ottenuto importanti contratti per il campo pubblicitario in senso stretto, come la Ab comunicazioni e la Mixmedia per la Coppa degli Assi 2011, la General service per “l’allestimento aree” dei XV Giochi delle Isole e la Space per i Campionati assoluti di scherma, solo per fare degli esempi.
Difficile invece valutare il denaro messo in circolo per comunicazione dalle varie società partecipate dalla Regione che, comportandosi da enti privati, spesso non hanno fatto vere e proprie gare. Come ad esempio Italia Lavoro Sicilia, che nel 2008 per il progetto “Alfa” ha aggiudicato due gare invitando soltanto un’impresa, risultata poi la vincente: la prima da 183 mila euro è andata alla Gap srl (agenzia della Mondadori), la seconda da 155 mila euro alla Novantacento (società che edita il mensile I love Sicilia, il periodico S e il sito online
LiveSicilia). Entrambe riconducibili a Giuseppe Amato, legale rappresentante della Gap e socio della Novantacento.

Proprio Amato, ascoltato dai magistrati nell’ambito dell’inchiesta sui fondi del Ciapi gestiti da Giacchetto, spiega come il manager adesso agli arresti fosse diventato il
deus ex machina della pubblicità: certamente per quanto riguarda il Ciapi, Italia Lavoro e alcuni Grandi eventi oggetto delle indagini. Le altre gare bandite dalla Regione non risultano avere alcuna irregolarità, è bene precisarlo. Ma su quelle finite sotto la lente d’ingrandimento della Procura di Palermo era lui che stabiliva a quale agenzie pubblicitarie rivolgersi per
acquistare spazi sui giornali o sulle radio, chiedendo in cambio provvigioni d’oro. Chi si opponeva, non riceveva un solo euro di pubblicità al di là del suo ruolo reale nel mercato editoriale in termini di copie vendute o utenti online. Racconta Amato: “Devo ammettere che le citate provvigioni riconosciute al Giacchetto erano superiori alle condizioni generali di mercato, ma per la Gap era un “onere” da sostenere comunque per non essere esclusi dalle pianificazioni pubblicitarie dei vari clienti del Giacchetto che, di fatto, era l’unico centro media operante in Sicilia”, dice Amato. Che aggiunge: “In merito alle provvigioni che Novantacento ha dovuto riconoscere al Giacchetto sottolineo che, come per la Gap, la percentuale era pari al 30 per cento circa”. Le fatture analizzate dai magistrati confermano queste percentuali
“fuori mercato”. Ad esempio, il Ciapi ha pagato fatture alla Gap per pubblicità sui giornali Mondadori per un importo di 1,4 milioni di euro: “Su dette forniture  –  scrivono i magistrati  –  la Gap ha dovuto pagare alla Sicily comunication (società di Giacchetto, ndr) 300 mila euro”. Stesso discorso per Novantacento, che dal Ciapi ha ricevuto richieste di servizi per 958 mila euro, e alle società di Giacchetto ha pagato come provvigioni quasi 400 mila euro. Le cose dette da Amato sono state ribadite ai magistrati da Diego Cipollina, direttore della Publikompass che vende gli spazi pubblicitari del Giornale di Sicilia, de La Sicilia
e della Gazzetta del Sud: in quest’ultimo caso la Publikompass pagava le provvigioni alla moglie di Giacchetto. Le percentuali erano bene o male le stesse rispetto alla pubblicità acquistata dal Ciapi. Il Ciapi ha pagato anche alla società di Alessi: 2 milioni 599 mila euro e 981.807 euro sono andati poi al solito manager.

Ecco il “sistema Giacchetto” svelato dai magistrati. Un sistema che coinvolge anche i politici e i burocrati della Regione. Un sistema che ha drogato il mercato della pubblicità certamente per un importo di circa 8 milioni di euro. Sul resto degli oltre 100 milioni di euro spesi per pubblicità dalla Regione non si può dire nulla. Al momento. Di certo c’è che l’impronta di Giacchetto è in gran parte di queste gare.