Sant’Anna e Castelbuono. Una lunga storia d’amore…

Sono appena cominciati i festeggiamenti per il centenario del dono della Reliquia di Sant’Anna da parte del Barone Fraccia alla cittadinanza castelbuonese. Cogliamo l’occasione per tracciare un veloce e non completo riassunto della storia d’amore che lega Castelbuono a Sant’Anna e, in particolar modo alla Sacra Reliquia. Un amore profondo che si traduce in gesti, voti, preci, preghiere, poesie, viaggi a piedi scalzi e offerte. All’inizio di questo piccolo viaggio nella storia non possiamo non ricordare il sacerdote Carmelo Morici, grande devoto alla Santa e appassionato ricercatore sulla sua storia, e il poeta Giuseppe Mazzola Barreca che tante volte scrisse di questa devozione e della festa.
Tutto ebbe inizio nel 1454 quando Giovanni I Ventimiglia trasferì la corte marchionale da Geraci a Castelbuono. Anche la preziosa reliquia di Sant’Anna, tesoro della famiglia dal IX secolo, fu portata a Castelbuono e fu sistemata all’interno della cappella palatina dell’epoca (non corrispondente all’attuale). ERA IL 4 MAGGIO. Patroni di Castelbuono era allora Santa Venera, solennemente festeggiata il 26 Luglio di ogni anno, e il Beato Guglielmo, la cui festa ricorreva sia il 16 Aprile che la seconda domenica di Luglio.
Nel 1592 un violento incendio minaccia il paese e per fermarlo si porta in processione la Sacra Reliquia di Sant’Anna, miracolosamente le fiamme si estinguono e il culto alla Santa cresce. Le due feste annuali ( 4 Maggio e 27 Luglio) diventano sempre più importanti fino a superare (specialmente la seconda) tutte le altre in solennità. La processione con tutti i simulacri dei Santi, la costruzione di una palco all’aperto per le celebrazioni, i pellegrinaggi dai paesi vicini e le tante spese annotate nei registri costituiscono la testimonianza di una festa grandiosa e spettacolare.
Numerosissimi sono i miracoli raccolti e riportati nel famoso testo dell’Amodei.
Il 1603 segna la storia per la scomparsa della Reliquia. Fra Giovanni da Tusa, detenuto al castello, aveva ottenuto di poter officiare nella cappella palatina e si era accattivato la simpatia dei castellani. Fintosi poi pazzo rubò la Reliquia e sparì. Solo il 25 Luglio di quell’anno si scoprì il furto e la festa si tramutò in lutto. Il principe Giovanni III Ventimiglia si mise alla ricerca di Fra Giovanni e lo ritrovò morente a Messina. Riuscì a dire solo “Santa Lucia”. Si rivoltò la contrada castelbuonese ma nulla fu trovato. Nel 1614 i Ventimiglia avevano già richiesto una nuova Reliquia che tuttavia tardava ad arrivare. Fra Francesco, virtuoso cappuccino in fama di santità, discorrendo con la principessa Dorotea la rassicurò con una premonizione e una ammonizione: La reliquia sarebbe stata ritrovata a breve ma egli sarebbe morto prima del ritrovamento. I Ventimiglia però si dovevano impegnare a difenderla e custodirla perchè trattavasi “di un tesoro prezioso”.
Muore fra Francesco e il 22 Gennaio 1615 la Reliquia di Sant’Anna si ritrova a Palermo in condizioni miracolose nel convento di Santa Lucia del Borgo, seppellita nell’orto. La scritta in greco presente sul cranio consente il riconoscimento e il Ventimiglia corre a Palermo per reclamarne la proprietà (la storia è assai complessa ma avremo modo di approfondirla in altro luogo). La festa che ne seguì e il giubilo popolare furono tali che si proclamò Sant’Anna patrona principale di Castelbuono. Da quel momento i Ventimiglia segnarono le proprie carte con la datazione dal ritrovamento.
Alla fine del secolo si conclude la costruzione e il decoro della nuova cappella di Sant’Anna e dal 1701 la festa si svolgerà presso la Matrice Nuova, appositamente costruita.
Sant’Anna diviene la Madre amorevole degli abitanti, invocata, pregata, acclamata. Contro i terremoti, le epidemie, il mal tempo e qualsiasi calamità i cittadini ricorrono a Sant’Anna. Tra il 1819 e il 1820 uno sciame sismico investe la cittadina, con una processione della Reliquia se ne invoca la fine. Fino al 1824 la reliquia restò custodita presso la chiesa dell’Annunziata, in attesa dei necessari restauri.
Nel 1822 Padre Gaetano Tumminello ottiene dalla Santa Sede che il 27 Luglio venga considerata festa di precetto.
Divenendo la leva obbligatoria dopo il 1861, e supponendo pericolosa la lunga trasferta, i giovani militi castelbuonesi si affidavano a Sant’Anna prima della partenza con la messa in Cappella Palatina, tradizione ancora viva seppure con connotati differenti.
Nel 1867 il paese si vuole salvato dal colera per intercessione di Sant’Anna e del Beato Guglielmo.
Negli anni 80 dell’Ottocento, sotto la sindacatura del Cav. Failla, si sparse la voce che fosse stato trafugato il Sacro Teschio e fu tale la sommossa popolare che il sindaco fu costretto ad andare a Palermo per farsi consegnare le chiavi dalla Principessa Donna Corrada Ventimiglia, aprire la grata, e controllare che tutto fosse apposto.
Nel 1913 si giunge alla data che oggi ricorriamo. Nel 1920 si portò in processione per le vie del paese al fine di raccogliere le offerte necessario all’acquisto del castello, da sempre ritenuto la casa di Sant’Anna. Perfino in America si costituì in un comitato a tale scopo. Dal 1920 si comincerà a portare annualmente in processione la Reliquia per la festa di Luglio.
Tra prima e seconda guerra mondiale si narrano i due grandi miracoli per cui la Reliquia non potè essere rubata.
La storia e i miracoli della Santa furono inseriti nella storia teatralizzata del paese “a rruccata”.
Durante i restauri del Castello, negli anni novanta del novecento, l’insigne Reliquia fu portata alla Matrice Vecchia e la benedizione, per la festa, fu fatta dal tetto del loggiato.
Nel 2004, infine, si solennizzarono i 550 anni dall’arrivo del Teschio a Castelbuono con una particolare Celebrazione il 4 Maggio, una mostra e diversi eventi culturali e religiosi.
Non resta che augurare a Castelbuono una buona festa e aggiungere soltanto VIVA A MATRI SANT’ANNA!