Setti frati, setti santi, setti viscuvi

Giorno 3 febbraio ricorre a Castelbuono la festa di San Biagio, invocato come protettore della gola.
In questa occasione, presso la chiesa di San Nicola, si benedice la gola con le candele incrociate e si distribuiscono i cannaruzzeddra di San Brasi ( piccoli pani ovali con le estremità attorcigliate, a simulare la gola umana, e la scritta S.B. sul dorso) in ricordo di un miracolo del Santo che liberò un bambino da una spina di pesce che lo soffocava. Un tempo il pane si produceva in casa e si portava in chiesa a benedire, oggi se ne occupa la congregazione Maria SS. Ausiliatrice, che ne cura la festa.
Il simulacro del Santo, bisognoso di un restauro, dovrebbe essere del XVI secolo con probabili manomissioni successive.
Tra i tanti volti, le tante persone e i tanti racconti che si legano a questa festa vogliamo oggi proporne uno abbastanza particolare: la leggenda di setti frati. Si racconta infatti che tanto tanto tanto tempo fa, sette fratelli vescovi e santi arrivarono a convertire le Madonie. Essi erano Biagio, Nicola, Eligio, Calogero, Cataldo, Mauro e Giuliano. Con loro una sorella, Venera.
Cominciarono a camminare insieme, ma a poco a poco si cominciarono a fermare nei vari paesi.
San Nicola convertì Isnello, San Calogero Petralia, San Cataldo Gangi, San Mauro il paese omonimo, San Giuliano Pollina, Sant’Eligio Collesano e San Biagio e Santa Venera Castelbuono.
San Biagio e San Nicola si salutarono, secondo la stessa leggenda, nel punto dove ora sorge la chiesa. Per questo i due Santi si guardano come…se si salutassero (in realtà la cappella di San Nicola è settecentesca e il gesto interpretato come un saluto è di benedizione).
Il racconto, ovviamente fantasioso, non può essere nato dal nulla. E’ possibile che con questa storiella si ricordassero le feste dei vari paesi e vi si possa trovare anche l’eco della peregrinatio basiliana.