[98zero.com] Nel primo campionato di Promozione della propria storia, il Sinagra Calcio ha raggiunto la salvezza senza patemi, addirittura con qualche giornata di anticipo. La matricola giallorossa è riuscita a togliersi diverse soddisfazioni durante questa stagione, complice il buonissimo lavoro fatto fuori dal campo dalla dirigenza ma anche e soprattutto grazie all’applicazione del proprio allenatore e ai sacrifici in campo dei calciatori. Raggiunti gli obbiettivi stagionali, il tecnico sinagrese Andrea Ioppolo (foto Gullotti) si è concesso ai microfoni di “Sport Park”, rubrica sportiva in onda ogni lunedì dalle 19 sulle frequenze di Radio DOC, tirando le somme della stagione sportiva 2013/2014 per la sua squadra.
Mister Ioppolo, il Sinagra ha conquistato la salvezza nel campionato di Promozione con qualche giornata di anticipo nonostante fosse una matricola. Che torneo è stato per i giallorossi?
«Un campionato non facile. Per la prima volta Sinagra ha affrontato questa categoria ma credo che alla fine abbiamo fatto un ottimo lavoro, in campo e fuori. Il livello del torneo è discreto, penso comunque che le migliori squadre di Prima Categoria con qualche innesto potrebbero fare una buona figura anche in Promozione. Certo, ci sono delle squadre di caratura superiore, come Sporting Taormina, Castelbuonese e Città di Milazzo, volendo anche la Santangiolese. Le restanti squadre sono molto organizzate. Ho notato grande meticolosità nella preparazione delle partite e un livello atletico importante. Questa è la differenza rispetto ai tornei di Prima Categoria cui eravamo abituati. Abbiamo puntellato la squadra con qualche acquisto in estate e abbiamo centrato i nostri obbiettivi meritatamente».
La vostra è una squadra costruita quasi a costo zero. La società fa però tantissimi sacrifici per partecipare al campionato di Promozione e sicuramente gli innesti sono stati fondamentali per la vostra salvezza.
«Sicuramente sì. La nostra spina dorsale era ed è abbastanza solida. La squadra è prevalentemente composta da gente del posto. Per affrontare questo campionato, però, ci serviva qualcosina in più e in estate sono arrivati calciatori del calibro di Nibali, Veneroso e La Torre che hanno fatto la differenza. Fausto, nonostante l’età, è uno che in campo si fa ancora oggi rispettare. Roberto, che è stato con noi per la prima parte di stagione, è un grande professionista e ci ha aiutato a crescere. Marco è un talento incredibile. Le voci sui suoi comportamenti non erano delle migliori, lo ammetto, ma quest’anno ha fatto ricredere tutti gli scettici, me compreso. Conoscendolo, è un ragazzo molto sensibile con cui bisogna essere sinceri e diretti. Lui è una persona furba ma leale e a Sinagra ha trovato l’ambiente ideale per esprimersi al meglio. Quando abbiamo raggiunto la matematica salvezza ha spento completamente, è vero, ma ci siamo rilassati un po’ tutti e ci sta. Con un’altra testa avrebbe potuto calcare palcoscenici più importanti. A dicembre, inoltre, al posto del partente Veneroso è arrivato Carlo Aiello, un altro ragazzo dalla grande esperienza che ci ha dato una grossa mano in difesa e che può benissimo ambire a categorie superiori».
A campionato ormai concluso, qual è la partita di cui sei più orgoglioso e quale quella che ti fa ancora oggi arrabbiare?
«Abbiamo fatto tante belle partite, ma quella in trasferta a Randazzo mi è rimasta impressa nella mente. Ci siamo presentati lì con tantissime assenze e abbiamo sfoderato una prestazione meravigliosa, vincendo per 0-3 e giocando un grande calcio. La partita peggiore credo sia quella di Terme Vigliatore contro la Ciappazzi. Abbiamo avuto un pessimo approccio, siamo andati sotto 2-0, poi in realtà eravamo anche riusciti a pareggiare con una reazione di orgoglio ma alla fine siamo usciti battuti 3-2 e onestamente abbiamo meritato ampiamente di perdere nonostante la sconfitta sia arrivata solo nel finale».
A proposito di belle partite, sabato avete giocato uno splendido derby contro la Santangiolese. Lo avete perso ma il pubblico ha applaudito tutti i giocatori in campo per lo spettacolo. Che partita è stata?
«Una gara fantastica, giocata a viso aperto da tutte e due le squadre. Alla fine le motivazioni hanno fatto la differenza e abbiamo perso 2-3 ma noi avevamo già raggiunto il nostro obbiettivo, quindi ci può anche stare. Anche se abbiamo perso, il nostro pubblico è stato eccezionale e, a fine match, è stata festa con i cugini della Santangiolese. Lo sport è soprattutto questo».
Sabato si chiude ufficialmente il vostro campionato con la trasferta di Villafranca. Come si affronta una trasferta del genere, visto che è una partita inutile ai fini della classifica?
«Per me non è assolutamente inutile, visto che sabato finalmente tornerò in campo! Per la prima volta potrò giocare in Promozione con la maglia del mio Sinagra e sarà una grande emozione. Schiererò una squadra molto fisica, così i ragazzi correranno per me! Se avremo un rigore a favore lo tirerà La Torre, deve arrivare a quota 10 gol. Il secondo, però, lo tirerò io! Se indosserò la fascia di capitano? Non lo so, devo chiedere… (scherza, ndr)».
Non possiamo non spendere qualche parola sulla questione relativa alla Castelbuonese che ha riguardato voi, la Mamertina e qualche altra squadra. Che idea ti sei fatto della vicenda e cosa è successo al Sinagra nella trasferta di Castelbuono?
«Devo essere sincero, noi non siamo stati assolutamente toccati da nessuno. Il clima non era ospitale e qualche parola potevano anche risparmiarsela, questo sì. Il loro atteggiamento era davvero negativo, credo ne abbiano risentito anche gli arbitri, visto che dopo 20? avevamo già cinque ammoniti senza aver fatto alcun fallo brutto. Le botte in campo le abbiamo solo prese, non siamo stati tutelati. Il loro allenatore prima della partita mi ha parlato della brutta accoglienza che avevamo riservato loro all’andata, una cosa non vera. Con nessun’altra squadra del girone abbiamo avuto problemi e poi a Sinagra fuori dal campo l’ospitalità è sacra. Siamo andati a giocare la nostra onesta partita, con dieci juniores in distinta e due classe 1998, ma la gara non è mai iniziata davvero. Ho sentito e letto le dichiarazioni da parte dei tesserati della Mamertina e onestamente sono senza parole, non so spiegarmi una situazione del genere. Quello che penso è che né io né il capitano della Mamertina Francesco Drago siamo pazzi. La verità, però, è che nessuno ha scritto o detto niente, commissari di campo, arbitri, forze dell’ordine. È la nostra parola contro la loro, legalmente non c’è confronto».
In chiusura, secondo te il Sinagra è già arrivato al suo apice con la Promozione? E mister Andrea Ioppolo?
«Penso che nel calcio, come nella vita, ci siano sempre dei margini di miglioramento. Con l’esperienza e il passare degli anni, ovviamente, si può puntare a qualcosa di più di una semplice salvezza, anche se non credo il Sinagra oggi sia pronto ad un salto di categoria, basta vedere la nostra struttura e il nostro terreno di gioco. Sinagra è un piccolo paese che vive di passione, economicamente stiamo già facendo tantissimo. Godiamoci questa categoria, in futuro si vedrà. Per quel che mi riguarda, per ora sto bene a Sinagra. Alleno con dedizione questa squadra che sento mia e ringrazio la dirigenza per avermi dato questa opportunità. La fiducia nel calcio è fondamentale. Un giorno, se si presenterà l’occasione di allenare in Eccellenza o in Serie D in un altro posto, prenderò sicuramente in considerazione l’ipotesi di vivere una nuova avventura. Sono una persona ambiziosa, alleno per piacere, è vero, ma mica sto in panchina a perdere tempo (ride, ndr)! Vedremo».
La stagione del Sinagra è praticamente finita. Resta un’ultima partita da giocare, in trasferta con l’Atletico Villafranca. Durante quella gara tornerà in campo anche mister Andrea Ioppolo, un giovane tecnico preparato e soprattutto un allenatore che vive questo mondo sempre col sorriso sulle labbra. Il calcio è prima di tutto un divertimento, è giusto non scordarlo mai.